Stefania Onidi è nata in Sardegna. Laureata in lingue e letterature straniere all’università di Cagliari con una tesi sulla poesia spagnola contemporanea, vive a Perugia, dove insegna. Nel 2011 è apparsa la sua prima silloge, intitolata Con un filo di voce, seguita da Qui Altrove e Oltre (2015) e Quadro Imperfetto (Bertoni, 2017). Suoi testi sono stati pubblicati in riviste letterarie e raccolte antologiche. È stata tradotta in spagnolo, armeno e rumeno. Collabora a Menabò, quadrimestrale internazionale di cultura poetica e letteraria (Terra d’ulivi). È anche pittrice. Ha esposto in collettive d’arte contemporanea nazionali e internazionali.
Stefania Onidi
Poesie da Archivio del bianco
(anteprima editoriale Terra d’ulivi edizioni, 2020)
Alla fine si negano gli occhi
la scena si svuota
lei non ha un odore
rivestendosi si copre il seno con un braccio.
Lui invece è un feto.
Loro non si riproducono.
Nel cortile interno fingono.
Qui manchiamo il bersaglio tutti i giorni.
La tivù dei vicini ci dà in pasto al silenzio.
*
Clean
Poi si lava le mani nel lavello dello studio.
Aspetti sul lettino
di ferro e non ti rivesti
perché guardi il rubinetto il camice e il gettito moderato dell’acqua contro il bianco
della stanza
prima delle parole. E non vuoi parole.
Da piccoli quando si ama la neve non si pensa al freddo
si educa a questo sguardo puro
sul niente.
*
È andato via
si dice di uno quando è morto.
È andato via senza pensare ai vestiti
non ha chiuso valigie
non ha scelto mezzi
nemmeno i suoi piedi.
Gli altri a volte si spartiscono la roba.
Aprono stanze
nelle stanze armadi
negli armadi cassetti
scatole.
Con le mani abbassano le palpebre.
Parlano al buio, riscrivono la scena finale.
Rimbomba il saluto che non hanno dato.
Fotografia di proprietà dell’autore