Su “L’assedio” di Enza Silvestrini Ad alcuni sembra difficile parlare di un contemporaneo: come se non ci fosse spazio oltre...
Critica
Valerio Cuccaroni, con la sua prima raccolta poetica Lucida tela, pubblicata nel marzo 2022 nella collana “Nuova Poetica 3.0” di...
SULLA NUOVA EDIZIONE DI “TUTTE LE POESIE” DI SALVATORE QUASIMODO di Gerardo Santella Mondadori pubblica nella collana Oscar Moderni Baobab...
Renzo Paris è uno scrittore che più di ogni altro, dopo le architettate fantasie creative del ’68 e i violenti,...
Contrariamente a quanto esposto altrove[1], non riteniamo che sia argomento di interesse una speculazione ideologicamente orientata; al contrario, è nostra...
Maria Marchesi Non sono più mia Vague Edizioni/WhiteFly Press 2014 pagg. 60, euro 10,00 . Nota di lettura di...
Ogni poeta si trova naturaliter a fare i conti con la “memoria”, elemento imprescindibile che viene dispiegato nei versi, sia...
“Sonder” è un termine che lo stesso autore dice di avere scelto dal dizionario francese per indicare l’atto dello scandagliare;...
Antonella Vairano “Il mondo s’è fatto male”
(CSA editrice, 2019)
(CSA editrice, 2019)
Lettura di Clery Celeste
La scrittura di Antonella Vairano è un tamburo che batte costante. Non si ferma, non cede neanche per un attimo a mancare il ritmo. Il mondo s’è fatto male è un libro in cui potete leggere le poesie una di seguito all’altra, i versi spesso raggruppati per sezioni di due paiono dare una parvenza di leggerezza alla pagina, sembra arieggiata, lo spazio vuoto tenta di farvi respirare. In realtà a un certo punto sarete costretti a fermarvi, a fare marcia indietro, a ritornare sui testi. La Vairano è calibrata: vi trascina in un mondo che si è fatto male gradino per gradino, sentite la pesantezza della scala solo a un certo punto e vi chiedete come ci siete arrivati. Eppure non vi sembrava di esser scesi tanto.
Questa di Antonella Vairano è una poesia rivolta a un voi, c’è sempre un destinatario espresso nel testo, quasi per una necessità alla vocazione intesa come chiamata, come chiamata necessaria e ultima. La disperazione c’è ma è nel tono dei testi, come se attraverso la parola poetica ci fosse la necessità di una ultima chiamata al bene, di un ultimo grido possibile. “Guardate/ o non guardate/ che nasco figli/ di un cielo bianco./ Ora andate./ Voltatevi/ o non voltatevi/ a vedermi sparire/ con il coltello nell'osso temporale.”
In un periodo particolare per la nostra società, tra febbraio e marzo 2020, usciva per Cicorivolta edizioni, un libro molto...