Lucrezia Lombardo, La venditrice di menta (Edizioni Progetto Cultura, 2023) – Anteprima editoriale

Fanciullezza

T’abbuiano gli introvati luoghi,
come non li conoscevi
l’hai rinvenuti,
privi di voci, ricoperti di strade
dense d’erbe amare.

T’incammini tra i riarsi
ciottoli bianchi
per la via sporgente
su cui s’invetta la scolorita pieve
che guarda con distacco
alla pochezza della terra,
mentre grigia si rifionda negli usitati errori.

T’innalzi
tra i resti sentimentali e vivi
d’un passato che fece,
di questi umili spazi di verde,
domeniche d’incontri,
echi di scomposte risa,
corse irrefrenabili dei vent’anni
quand’è il futuro tutto in un’idea,
nelle promesse delle albe di campagna,
nei silenzi interminabili dei diletti amici
che sostano sullo steccato
rivolti verso il sole
che se ne va.

Io ero
tutt’assorta in te,
china ad osservar lo sguardo che rinviene,
nei vuoti luoghi,
tracce di preteriti amori,
gesti d’antiche usanze
deposte tra le colline
che attendono nude
sotto il balzo dell’incosciente vortice di rondini
rapite dall’arsura.

La tua storia
continuava a esistere nei nomi
di Ester e Alfiero,
in una casa dissestata a lato della chiesa,
tra le estive danze dei contadini,
nei passi d’una padre chino e
della donna che non s’arrendeva
al suo fianco,
negli occhi aguzzi d’un prete
che conversava in greco.

L’infanzia di chi appartiene
a ciò che non ha scelto,
l’autunno che risorge-

il mondo è chiamato a nuova vita
e a un tempo
che non conosce passato.

***

Un quartiere a sud

Nel cuore dei quartieri popolari
i panni stesi
sventolavano sulla strada.
I bambini avevano i calzoni
corti e le bretelle.
La partenza,
la tristezza d’aver perduto il mare.
Era un addio.

Il giorno da allora durava di meno,
faceva buio presto
sul volto delle persone.

***

Il gelo d’inverno

Formiche
mimiamo un’esistenza
illudendoci d’una gioia fragile
come ali di farfalla.

Abbiamo amato quegli anni
che il tempo ha divorato,
porto addosso la colpa
di non aver compreso
ch’è il cuore
una vetrata su cui s’infrange la luce
proiettando sagome incerte
sui terreni vaghi
che i piedi calpestano
indistintamente.

Continua a brillare
il gelo d’una maestosità infinita
che non conosce
quel perduto rider di niente
e ignora l’ormai lontano
non sapere
che fuggirà il giorno.

Lucrezia Lombardo nasce ad Arezzo nel 1987. Dopo la maturità classica si laurea in
Scienze filosofiche a Firenze, lavora quindi come curatrice, autrice di testi d’arte
contemporanea e come giornalista, specializzandosi con vari corsi di perfezionamento e
con un master in gestione dei beni culturali. Attualmente l’autrice dirige la Galleria d’arte
contemporanea e centro culturale Ambigua di Arezzo, scrive per alcune riviste letterarie
internazionali, insegna Storia e Filosofia presso un liceo e collabora con vari atenei
privati come docente di Storia della filosofia contemporanea. Oltre ad aver ricevuto
importanti premi e riconoscimenti letterari, Lucrezia ha pubblicato il saggio L’Alunno
(Divergenze, 2019), le raccolte poetiche La Visita (Giulio Perrone, 2017), La Nevicata
(Castelvecchi, 2017), Solitudine di esistenze (Giulio Perrone, 2018), Paradosso della ricompensa
(Eretica, 2018), Apologia della sorte (Transeuropa, 2019), In un metro quadro (Nulla Die,
2020), Amor Mundi (Eretica, 2021), la raccolta di racconti Scusate, ma devo andare (Porto
Seguro, 2020), il romanzo Kinder (Augh!, 2021), ha curato la silloge Elegia Ambrosiana
(Divergenze, 2021) con lo scrittore Raul Montanari, ha pubblicato la raccolta di racconti
Un Karma distratto (Porto Seguro, 2021) e la silloge Cercando il mezzogiorno (Helicon, 2021),
L’errore della luce (Ensemble 2022), Due saggi dirompenti (Divergenze 2022).