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Poesia esteraTraduzioni

Richard Scott – “Soho” (Faber and Faber, 2018)

sertraline 50 mg after Paul Verlaine it’s raining in my heart what does that even mean and why am I...
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Poesia esteraRimbaud Vuelve a CasaTraduzioni

Rimbaud Vuelve a Casa #1: «Je suis l’acier trempé, le feu des races neuves», poesie di Tchicaya U Tam’Si

a cura di Giovanni di Benedetto Tchicaya U Tam’Si (pseudonimo di Gérald-Félix Tchicaya) è stato un poeta, romanziere e drammaturgo...
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Poesia esteraRimbaud Vuelve a CasaTraduzioni

Rimbaud Vuelve a Casa #7: Mohammed Khaïr-Eddine, «Tu fais une entorse rouge à mon aube macérée dans l’alcool des rixes».

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Poesia esteraTraduzioni

Romalyn Ante – “Antiemetic for Homesickness” (Chatto & Windus, 2020)

The Making of a Smuggler   Wherever we travel, we carry the whole country with us – our rice terraces...
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Rosen Karamfilov, inediti (traduzione di Riccardo Campion)

Rosen Karamfilov rappresenta una delle voci più autentiche e talentuose della poesia bulgara contemporanea. È nato a Sofia nel 1992...
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Poesia estera

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Poesia esteraRimbaud Vuelve a CasaTraduzioni

Rimbaud Vuelve a Casa #2: «Être palestinien», poesie di Ashraf Fayad

Ashraf Fayad è nato a Gaza nel 1980. Ha lasciato la sua terra natale per stabilirsi in Arabia Saudita. Nel...
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Poesia estera

Robert Lahoda – Inediti (Traduzione dal ceco di Antonio Parente)

LAHODARobert Lahoda nacque a Trnava (Repubblica ceca) il 22 aprile 1974. Le tendenze letterarie le aveva forse ereditate dal nonno Zden?k Lahoda, traduttore e autore di romanzi polizieschi. Robert purtroppo, fin dai sedici anni, soffrì di una malattia neurodegenerativa causata dalla caduta da una roccia durante una gita scolastica. Nel 1994 pubblicò la raccolta di poesie Srdce a smích (Cuore e risate), alla quale, tre anni più tardi, fece seguito Pro Sn?hurku aneb Konec ho?kých konc? (Biancaneve ovvero La fine dei finali amari). L’anno successivo partecipò alla stesura della sceneggiatura per il film d'esordio di Marek Dobeš Sono stato un giovane intellettuale. Influenzato da Diane di Prima e altri beatnik, passò dalle rime classiche ai racconti poetici, come dimostra la sua raccolta del 2000 Jak m? život nakop aneb Jednou mi jedna ?ekla (Come la vita mi ha preso a calci ovvero Una volta una mi disse). Robert Lahoda è morto il 22 maggio 2016.

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Poesia estera

Rosario Castellanos – Inediti (Traduzione di Furio Lippi)

CASTELLANOSROSARIORosario Castellanos nasce a Città del Messico nel 1925 e muore nel 1974 a Tel Aviv, dove svolgeva un incarico diplomatico. Narratrice, saggista, poetessa e drammaturga, vincitrice di importanti premi letterari. Ha dedicato buona parte della sua opera alla rappresentazione dei conflitti, vuoi di “razza” (il padre era latifondista e Rosario cresce in Chiapas, nell’hacienda di famiglia, è quindi testimone della discriminazione imperante, spesso mascherata da paternalismo) vuoi, soprattutto, di genere, tant’è che è considerata uno dei simboli del femminismo latinoamericano: a lei è dedicata la biblioteca del Centro de investigaciones y estudios de género della UNAM, la maggiore università d’America latina.

Ha pubblicato una decina di libri di poesia, l’ultimo (Poesía no eres tú, uscito nel 1972) è un ampio compendio dei precedenti.

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Poesia estera

Roy Campbell – Traduzione di Andrea Bianchi

campbellRoy Campbell nasce in Sudafrica nel 1901, viene bocciato all’ammissione di Oxford, poi gioca a fare l’esule in Spagna perché i salotti letterari in UK gli fanno mancare l'aria.
Nella penisola iberica e pentagonale arriva il maltempo quando Campbell si mostra capace di tifare Franco durante la sua permanenza a Toledo durante la guerra civile. D’altronde, dopo essersi fatto terra bruciata attorno mandando a quel paese il patrio establishment (Auden, Woolf, Isherwood) schierarsi per la violenza nera al posto che rossa non costava troppo in termini di reputazione: per impegno, invece, eccome se costava di più.
Per l’eminenza grigia del cosiddetto pensiero conservatore, Roger Scruton, “al tempo che i traditori comunisti si crogiolavano nelle loro belle nicchie del servizio diplomatico lavorando per il fascismo rosso che - per Campbell - era tanto minaccioso per l’Inghilterra quanto il socialismo nazionale alla Hitler; mentre Stephen Spender si era accasato al civil service e Louis MacNeice stava in BBC, l’unica cosa che Campbell potesse fare in segno di protesta era rampognare con fierezza 'la bolsa superbia di Auden, Spender, / e altri di stessa pasta e stesso gender, / che tengono per astuzia il fortino delle lettere per signori / finché verrà il trionfo finale dei veri migliori’”.
Con gente del calibro di Campbell è troppo forte la tentazione di infiorare la vita di aneddoti. Infatti la sua è brevissima, muore (come Svevo) in un incidente d’auto nel 1957 in Portogallo. Ma fa a tempo a vedere estinto il contingente di Bloomsbury coi suoi compañeros.
*
Negli anni spagnoli Campbell si dava allo scavo d’archivio scoprendo le lettere di san Giovanni dalla Croce, del quale (non contento) si mette a tradurre le poesie. Ancora con le parole di Scruton: “Quando morì in un incidente d’auto la sua reputazione era ottima quanto quella degli altri poeti. La sua personalità da diamante grezzo e la sua tessitura verbale senza macchia erano ben accette nell'ambiente letterario di una Londra sottomessa e sottotono. Una volta Campbell salì sullo stesso palco dove si trovava Spender e stava per farci a pugni. Per Evelyn Waugh, era ‘un selvaggio naturale - grande e meraviglioso, semplice e dolce'. Per Laurie Lee era invece ‘uno dei nostri ultimi poeti byroniani, di quelli che stanno prima di ogni tecnologia e si buttano tutti nella ressa, scrittori di liriche squisite e capaci di poesie che siano parte del loto impegno fisico e vitale'. Fu ammirato da Eliot che gli pubblicò il primo libro di poesie: eppure oggi lo si stampa poco, i suoi libri sono introvabili, la sua Londra letteraria è sparita così come si è dissolta la Spagna mistica che Campbell voleva ricostruire (...) Doveva venire qualcuno cresciuto con gli Zulu in Sudafrica per capire che il narcisismo britannico era lo stesso del nichilismo bolscevico in azione nella guerra civile spagnola: entrambi i moti sarebbero passati insieme. L’intuizione di Campbell vale anche oggi: ortodossia leftist e sensualità sibaritica dominano la cultura e ora come allora è rischioso gettarsi a sfregiarle".
*
Su questo punto di morale sarebbe spregevole esporsi. Meglio celebrare Campbell col suo Flaming terrapin, la sua poesia sulla Tartaruga fiammante del 1924, a soli 23 anni. Aveva lasciato il Sudafrica da un quinquennio e ancora lo portava negli occhi.
Al suo sguardo la cricca di Bloomsbury doveva essere insopportabile. Nel 1931 riusciva a castigarla nel poema satirico Giorgiade – per Campbell i vari Auden e Woolf erano letterati da impero, manco degni di rientrare in uno stile dal nome proprio, fin nel nome obbedivano al re regnante di turno. È una satira potente che in un passo dice: “e ora la primavera, che dolce lassativo i treni sotto re Giorgio, quando si affrettano e portano per le arterie la letteratura, / quella di casa nello Stato d’Inghilterra che dischiude le sue porte / ai fanciulli effeminati che suonano il piffero e si scuotono, annoiati, / mentre il trenino li conduce fuori porta per il fine settimana / dove questi spazzini letterati si radunano per masticare roba grassa, a buon pro... / fin qui affluisce la folla abbandonata dall’amore / intellettuali ma senza intelletto / gente senza un sesso i cui sessi si trovano a metà”.
*
Al nostro uomo espatriato dal Sudafrica questi raffinati studiosi dovevano apparire tutti come vulcani, niente di diverso, dei crateri scoppiati in perfetta sincronia col momento quando invece gli introversi cominciano ad avere l’acne e attraversano con lo sguardo le pianure di un altro continente, dove le forme in cielo si confondono e pare di vedere le tartarughe in mezzo alle nuvole, ma avvolte dalle fiamme.


Andrea Bianchi

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