FLASHES E DEDICHE – 2.3 – LA BALENA E LA MEDUSA

La balena di Giorgia Monti

In un periodo particolare per la nostra società, tra febbraio e marzo 2020, usciva per Cicorivolta edizioni, un libro molto particolare : “La balena” di Giorgia Monti. La Monti bravissima performer ed autrice di “Che razza di mondo” (Cicorivolta 2012) ha scritto una raccolta decisamente bella, anarchica, con tematiche centrali sviluppate in un contesto intertestuale ma soprattutto lasciando una fondamentale domanda, come già Serena Piccoli nota nella prefazione, chi o cosa è la balena? Credo che al di là di sommarie elucubrazioni, il principio, che la Monti vuole elongare e far giungere, sia che la balena è di chi legge. Quindi dentro e fuori di noi, ognuno con la propria storia e corrente universale. Le poesie puntellano la massa immaginifica del cetaceo, pronto a volare con leggerezza magrittiana. È risaputo, le balene cantano, ed è questo canto che l’autrice dona, sia nelle riflessioni interiori, sia nei momenti di racconto civile, sia nella memoria sparsa tra le righe. C’è tutto in questo libro, dalla preghiera laica alla parte bianca del fiore e soprattutto ci fa capire che le risposte sono tutte giuste, sono le domande che dobbiamo trovare oppure accontentarsi di vivere ai margini delle scie lasciate dalla balena e decifrarne i segni.
Come ha scritto Stanisław Jerzy Lec  in fondo gli uomini “Sono strani Giona, lottano solo per avere l’illuminazione nella pancia della balena”.
Un libro assolutamente da conoscere e approfondire per capire che non serve essere Achab.

 

 

La balena

Il cielo Magritte sparisce nel ventre scuro della balena.
La balena è grande
naviga in cielo
e s’inghiotte le nuvole.
E il cielo Magritte perde colore nel ventre scuro della
balena.
Il buio si fa pesto nel ventre scuro della balena.

Dove sei?
Sono sotto al ventre scuro della balena che piange.
Perché piange?
è troppo grande.
Naviga in cielo e si nutre di nuvole.
Dove vai?
Nel ventre scuro della balena
dove c’è posto per le mie lacrime.

Chi le vede?
Nessuno.
Chi le sente?
Nessuno.
Chi le ferma?
Nessuno.

Il cielo Magritte scompare nel ventre scuro della balena.

Dove sei?
Nel buio.
Cosa fai?
Cosa fai?
Dipingo un cielo Magritte nel ventre scuro della balena.
Chi lo vede?
Nessuno.
Chi lo vede?
Io lo vedo.

Perché non scendi?
Prova tu a salire.
Ho paura.
Allora lasciami in pace.

Cosa ci fa una balena in cielo?
Piange.
Perché?
Lo fa per me.
Che cosa hai fatto?
Piango.
Chi se ne accorge?
Chi se ne accorge?

Dal ventre scuro della balena piove la pioggia.
E tu?
Rimango.

 

 

Tu qui

 

Ho notato un silenzio profondo
di qua dalle nuvole.
Dalla secca
voci senza parole.

Sei stato qui?
Non ti ho riconosciuto.

 

Ero incrostazione sulla chiglia.
Sprigionata dalle ceneri,
nera catrame.

 

Ti ho fatto da rotta
quando il turchese arrancava.
Poi ero là, inghiottita.
Un confine nudo, esposto.

 

Poi ero qui
al di qua della marea.
Un’ombra sotto
la superficie.
Poi ancora un soffio.
Piatto, longitudinale.

 

Tu qui non sei stato mai.