Mirko Cremasco è nato a Vicenza, città dove vive e lavora come artigiano. La sua prima raccolta di poesia A colpi lenti di remo esce nel 2015 con i quaderni de La Vencedora, un progetto editoriale di Stefano Strazzabosco. Nello stesso anno pubblica con Pulcinoelefante la plaquette Fuochi. È del 2017 la raccolta Le intermittenze della Pioggia (Campanotto editore) che sarà tra i finalisti del premio letterario Camaiore 2018. Ancora nel 2017 partecipa al primo festival internazionale di Poesia La Houle des Mots a Saint Jacut de la Mer in Bretagna con il libro/installazione Marée. Il componimento Barene d’Acqua è inserito nel libro In calmissima Luce, omaggio all’artista Giorgio Mazzon curato da Marco Munaro (Il Ponte del Sale, 2018). L’anno successivo nasce la collaborazione con la fotografa Cristina Maselli, con la quale realizza Luoghi SOSpesi, edizione d’arte a tiratura limitata con foto originali, a cura di Marzia Zanella, e la plaquette Peccati (per Vie Oscure), edizioni Officina d’arte contemporanea di Giovanni Turria. Nel 2020 pubblica la raccolta Parallelo 43, La buccia del cielo editrice, e il libro d’arte Il senso occulto delle rose, con schizzi di Susanna Primon. Nel 2021 pubblica con Monica Rossi La resistenza del luccio e ancora nel 2022 Il giudizio universale, con riproduzioni e opere originali di Daniele Monarca. Nel 2021 è stato inoltre finalista al concorso Gozzano nella categoria silloge inedita.
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Dalla raccolta inedita Il guaire dei lupi
Ti regalo un libro bianco,
lucido come lo sguardo
delle donne delle steppe
che appendono collane alle finestre,
ambra e aglio per il ritorno.
Piste di ghiaccio nel fango
dove si scivola abbracciati
aspettando Il giudizio universale.
*
Poi
Entri dalla porta senza porta
ecco la vecchia casa che detesti,
l’inizio della perenne fuga
di quell’eterna romeria.
Il caffè caldo sul fornello
Silvano seduto a capotavola in cucina
niente sguardi,
niente saluti dal suo mondo
dirige impetuoso quella musica
che suona il giradischi,
Signore delle cime
come fosse un’ultima sinfonia.
Oltre la finestra i prati
il ronzio lontano delle api
che prelude al Caos,
che prepara primavera.
Poi le montagne bianche.
*
Scostandomi la sciarpa
per coprirmi il collo
mi indicavi i confini delle labbra
e l’erotismo delle tue mani
che scivolavano sul torso
senza rischiare di soffermarsi
in un’analogia tra figure
al tavolo del bar.
L’amore fioriva rosso,
nuovo come una sera di febbraio
fra i rovi del ligustro.
E dalla precauzione
un grido di piacere
si levava.
Dentro.
*
Ti ho atteso
Ti ho atteso nel nido
con l’ansia del chiurlo
e lenzuola strappate fra gli artigli.
Poi improvvisa come un assalto
la tua bellezza di frontiera
bagliori e cascate di ghiaccio sui coppi
voragini d’acqua sui campi di grano.
Al mattino fu un balzo di cerva
un fruscio di serpente sull’erba.
© Fotografia di Bruno Lucca