Leonardo Vilei, “Discorso ai batteri”(anteprima editoriale, Pordenonelegge-Samuele editore, 2021)
*
I nostri figli furono vari
miliardi di errori
e alcuni di quelli si fecero
idonei e coriacei alla nuova
poltiglia in cui si sguazzava.
Gli altri
quasi tutti
perirono sul dorso dell’impresa
o andarono altrove, chissà come e mai
ne sapemmo più niente.
Le nuove generazioni adattanti
ci misero poco a lordare il lordume
che ai loro antenati pareva decente.
La vita che esige
si fa complicata
al secondo
respiro.
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Microrganismi unicellulari
anticamente inclusi
nel regno Procarioti, ora
considerati dominio a sé stante.
Creando un nuovo rango tassonomico
il dominio, detto impero o superregno
come quello di Alessandro Magno
gli esseri viventi sono stati divisi in Archea,
Bacteria ed Eucaria.
(tra gli Eucaria, anche noi, le querce, le
api. Gli altri due, a un primo esame,
tutti procarioti; poi, i dotti
li hanno separati. Qui si trascrive e non
si discute)
numerose attività metaboliche dei batteri
condizionano le possibilità di vita
degli altri organismi. Perciò
essi a volte si credono dei
o extraterrestri.
Massime, se dal ciel venne sì presto,
se ciò non fosse, ch’a memoria
m’ebbe persuaso, ingannato e
genuflesso
E fu tremoto già tanto coraggio,
cosí se il condrio libertà riebbe
cercatelo su Marte in tosto
viaggio.
un certo numero spiega
l’azione patogena ossia
ciò che Lucrezio diceva
«i semi delle malattie»
e mia nonna «mi sono costipata».
O lui sua morte, o me la sua farebbe.
Orribile a vedere e sanguinoso
né per la fretta domandare
oso.
Altri partecipano ai processi
di degradazione enzimatica
delle spoglie di animali e
piante
che poi altri ulteriori, accorti ai capitali,
estraggono e commerciano in olii raffinati.
Provvide fiere e tributarie piante.
inavvedutamente ne trafissi il segreto
e crebbe il loro prezzo a Londra e Francoforte.
Qualche particolare più probante;
vivo ti seppellì sotto gli abissi.
E poscia Shell vi fece grandi incassi.
*
Scesi a terra con arti oblunghi, fame
e incertezze a bizzeffe. Forse caduti,
sfrattati o stolti, avventati, coi piedi ancora
piatti
e terga da tornire per poter stare diritti
senza svenimenti
vediamo
che a furia di guardare in
lontananza la vista si riposa e
libere, le mani,
non le si può tenere a lungo inoperanti.
Prendiamo pietre.
Qualcuno le lancia lontano e se colpiamo
insieme una bestia
inventiamo la lapidazione e
giochiamo al massacro organizzato.
il piede si incurva e ci fa da supporto
per altre ulteriori gesta e stupori.
(il piede ovviamente non si
curva. il collo alla giraffa non si
allunga)