© Fotografia di Irina Boutourline

Mia Lecomte – Inediti

Mia Lecomte (Milano, 1966) è una poetessa e scrittrice di nazionalità francese e di lingua italiana che risiede in Svizzera. Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: la silloge poetica Lettere da dove (InternoPoesia, 2022) e il libro per bambini Gli spaesati/Les dépaysés (VerbaVolant, 2019). Le sue poesie sono state tradotte in diverse lingue, pubblicate all’estero nelle raccolte For the Maintenance of Landscape (Guernica, 2012), Là où tu as ton corps (Apic, 2020. Prix Vénus Khoury Ghata 2021), e in numerose riviste e antologie. Traduttrice dal francese, svolge attività critica ed editoriale nell’ambito della letteratura transnazionale italofona, a cui ha dedicato alcune antologie e il saggio Di un poetico altrove. Poesia transnazionale italofona. 1960-2016 (Franco Cesati, 2018). È redattrice del semestrale di poesia comparata Semicerchio, del periodico letterario indiano online The Antonym, e della rivista del festival anglo-francese di poesia La Traductière. Collabora all’edizione italiana de Le Monde Diplomatique. Nel 2017, con altri studiosi e scrittori attivi tra Francia e Italia, ha fondato l’agenzia letteraria transnazionale Linguafranca. È ideatrice e membro della Compagnia delle poete. Le fotografie di Mia Lecomte sono tratte da mialecomte-ph.

 

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Dopo tutto il tuo tempo

 

Le date

 

Ho trovato la tomba
prima di trovare la casa
il mio cimitero
prima della mia città
Può iniziare l’inverno
in alto il cuneo delle anatre
gli stambecchi sulle lapidi di sale

Ho trovato e mi lascerò
per una scommessa d’esilio:
salutarmi da sola
ogni volta che se ne vanno gli altri

 

 

 

 

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Crepa cuore

L’ippopotamo è un animale enorme
considera una distanza da qui a lì
l’aspetto placido trae in inganno
i canini possono misurare mezzo metro
se lo ostacoli sulla via dell’acqua
verrai dilaniato in maniera atroce

Il leone è possente
ma interviene soltanto all’ultimo
quando ne vale la pena
solo dopo che le sue leonesse
hanno fatto il resto
ti finirà in maniera atroce

L’orso non sa sbranare
non controlla la mascella
un’insolita formazione dentale
unita a un difetto dell’articolazione
puoi correre quanto vuoi
ti strazierà in maniera atroce

L’elefante ti sorprende
perché in realtà è leggerissimo
non lo senti arrivare
se ti fermi per qualche motivo
in un soffio alle tue spalle
ti calpesterà in maniera atroce

Domani ti porterò allo zoo
l’ippopotamo il leone l’orso l’elefante
chiusi nei recinti nelle gabbie
così ti sentirai al sicuro
amore mio atroce
potrai godere della cattività
della senilità
subito ti dimenticherai di me

 

 

 

 

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Ultimo post it

Ora sono io a partire
altrimenti ne morirei
ne moriresti
ne moriremmo
Io declino
perché risulti meno grave
Dopo tutto il tuo tempo
ti lascio la mia fine
in monoporzioni
nel congelatore
                              Penel. 

 

 


© Fotografie di Mia Lecomte