*
Le ciliegie raccolte ricordano una forma iniziale. Una forma che non si lascia più guardare. L’erba o l’albero sono d’intralcio ma tremano a terra.
Possiamo, è un primo amore, fissato a una luce martellante e poco innocente.
*
Le nostre prime nascite, sono il ricordo e l’effetto. Le seconde, il sogno e la durata di ogni racconto. Segna una casa abitata. Il sacrificio avvolge questi frutti non ancora maturi e si taglia per quanto deve. Segna il simbolo e la famiglia, l’impronta rapida e insensibile. Segna un atto d’amore.
*
Non c’è posto per questo legno bagnato da stelle alte. In discesa pesano alberi giganti.
*
Durante la notte, l’acqua senza sospiri o misteri
prepara riposo, indica un autunno.
Riconosco il rumore delle campane, portano più forte il sonno
riconosciuto, portano più forte la misera vocazione.
Siamo in attesa di una pace giusta
pesata in questa stanza.
*
Siamo fragili, un passo più simile
al cammino del forestiero.
Più vicino, più vicino ai cespugli
è il freddo di una ghirlanda fiorita.
Luca Minola è nato a Bergamo nel 1985. Ha pubblicato con F. M. Tipaldi la raccolta Il sentimento dei vitelli, (EDB Edizioni, 2012), Premio Maconi Giovani 2013. Nel 2017 è uscito il suo libro Pressioni, introdotto da Maurizio Cucchi per l’editore LietoColle. Nel 2020 una selezione di sue poesie è uscita nell’antologia “Planetaria. 27 poeti del mondo nati dopo il 1985” a cura di Massimo Dagnino e Alberto Pellegatta, (Taut Editori). Nel 2022 esce il suo secondo libro, Qui un amore e l’altro, per Taut Editori, con una nota di Alberto Pellegatta. Inoltre le sue poesie sono state pubblicate sui blog Interno poesia , Nuovi Argomenti, Nazione Indiana, Atelier, La Recherche, Poesiablog di Rainews, Avamposto e su Le parole e le cose.
La foto di Luca Minola è di Marta Brambilla.