Jacopo Pignatiello – Inediti

Jacopo Pignatiello si è laureato in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Letterature comparate. È attualmente insegnante di discipline storiche e letterarie presso gli istituti scolastici superiori. Ha curato dei contributi di ricerca letteraria e di interesse storico pubblicati in periodici, atti di convegni e miscellanee. Alcuni suoi componimenti sono stati pubblicati su delle riviste online e in delle antologie poetiche.

 

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Primavera

Colgo i fiori di marzo
percorrendo i pensieri per Zamira
su sognati sentieri.
Sto sospeso tra attese
e magie, nuove emozioni e antiche
angosce, mentre stacco
con trepidazione e speranza i petali
gialli e vaticinanti
delle margherite che accompagnano
i miei veloci passi.
Giungo a dei rosei boccioli di pesco
e i ricordi indugiano
sulla rosa rossa e il tulipano
arancione, compagni
d’amore nelle palpitanti fughe
dinnanzi alle due chiese.
Attendo nuovamente l’estendersi
della luce del giorno
e prego affinché non faccia più sera.

 

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Ottobre

Fluttuano le foglie nel caldo autunno
e freme la speranza di una nuova
stagione che porti la primavera
nel periodo del ricordo dei morti.
Zamira appare scompare condotta
da luce prismatica e da un vento dolce
e come sempre riesce ad abbagliarmi
e a scandire i ritmi del mio respiro.
La sera si estende sulla durata
del giorno e il buio avvolge le strade,
ma nel raro tempo in cui lei è con me
il mattino brilla e brucia la notte.
La vendemmia esala i suoi profumi
e le fitte trame dei rami spogli
raffigurano i sentieri intricati
del labirinto di sogni che seguo.

 

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Navigando

mare vento emozioni ricordi speranze
sprofondando in questo blu
immerso di rosso
in cui Zamira è con me senza me
sulla pagina bianca si tracciano cancellano
e riscrivono parole rivolte a lei
che scivolano sulle onde veloci
mentre il cielo precipita sulla mia testa
accarezzo la sua foto con le dita
subisco la consueta vertigine per la sua bellezza
che mi sferza più del vento
respiro senza respiro
sono asfissiato anche se i polmoni
si riempiono d’aria
sempre in bilico tra allegria e malinconia
gioia e sofferenza
tenebre e luce mi ingoiano
contendendosi la loro preda
svolazza forte il cappuccio della giacca
le palpebre si stringono
il foglio vuole come me fuggire
le mani tremano il cuore si increspa
il giorno corre vorticando
e prima della notte che sempre perdura
la notte che divora il tremolio del giorno
la notte che occorrerà attraversare
io attendo un nuovo tramonto
per ritrovarla nei suoi colori rosati
accompagnato dalla brezza
che ricorda il suono di un abbraccio