Eva Laudace
dalla raccolta inedita Lover
(tutti gli inediti sono presentati nel nr. 80 della rivista Atelier – info qui )
La sepoltura dell’infanzia
A trent’anni si può ancora osare
altrimenti tradire un amore
si potrebbe tentare
la poesia non si potrebbe
del dopo lavoro.
Contare fino a trenta
per risparmiarsi le vetrine trenta
per strozzarsi alle casse
contenta chiedere all’infanzia polverina
di rifarsi gettone o capanna.
Ho trent’anni a volte
sulla soglia del tempo
faccio un salto avanti
per vedere l’effetto che fa
la paura di non poter chiamare papà
scoprirmi sempre figlio
quando potrei essere madre
basterebbero nove mesi
a partire da oggi basterebbe
farsi posto
togliere i libri dal letto
e uccidere quei fantasmi
uno ad uno
o avere solo trent’anni di troppo
e poterglielo dire.
*
Bisognerebbe avere case mobili
da portare sempre in tasca
o altre braccia in funzione d’affitto.
Le persone difficilmente cambiano
le case cambiano.
*
Mi hai insegnato a trattenere il sudore
e a seguire le rifrazioni delle tue onde alle
mie spalle
è tardi quando piangi e non mi dici perché.
Quasi io
a parte me
so bene che i giganti piangono
perché arrivano prima ma è già troppo tardi.
Qualcosa sarebbe accaduto
e qualcos’altro sarebbe successo
tuttavia un dolore felice
non l’avremmo saputo fare nemmeno a noi.
Eva Laudace (Vasto, 1983) è ingegnere e fotografa. Collabora con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna. Vincitrice di “InediTO-Premio Colline di Torino”, nel 2013 pubblica la sua opera prima Tutto ciò che amo ha dentro il mare (Milano, La Vita Felice, 2013 – finalista “Premio Rimini” nel 2014 e “Premio Elena Violani Landi” nel 2014 e nel 2015). Presente in diverse antologie, suoi inediti sono stati recentemente raccolti in Post ‘900. Lirici e narrativi (Borgomanero, Ladolfi, 2015).
(tutti gli inediti sono presentati nel nr. 80 della rivista Atelier – info qui )