“Umorismo? Nel dolore? C’è pure un po’ di sale nelle lacrime.” – questo direbbe Marguette Yourcenar in Fuochi; e questo...
Critica
Mirella Crapanzano La fragilità del bruco Macabor, 2020 pp.64, euro 12,00 . Senza punteggiatura e senza maiuscole, la poesia di...
L’ombra lunga dei morti: Mattia Tarantino, L’età dell’uva (Giulio Perrone, 2021) Recensione di Giuseppe Martella Fin dalla sua prima precocissima...
Ricordo la meraviglia e il senso di sgomento quasi fisico quando, studente di filosofia teoretica, mi sono imbattuto in Nietzsche....
Il miracolo della poesia Dopo Il canto del mare all’ombra dell’airone cenerino (2021) e Scintilli nel cuore del silenzio...
Festival europeo della poesia ambientale – European green poetry festival. La questione ambientale, come confermano le temperature largamente sopra la...
Dalla motivazione di Nina Nasilli al Premio PontediLegnoPoesia 2024, in cui Resistenza e sparizione si è classificato terzo: «In Resistenza...
Davide Cuorvo, La misura del silenzio, Manni 2017 “Definire il silenzio”lettura di Eleonora Rimolo La possibilità che il silenzio si...

LA SISMA E AL SPE? (Il Vicolo, Cesena 2019)
Lettura di Clery Celeste
Alex Ragazzini in questa delicatissima rosa di quartine in dialetto romagnolo “L’ansietà e le spine” tradotto in italiano, pubblica Il vicolo (Cesena, 2019), affronta con capacità tecnica il sottile limite tra piacere e dolore.
La rosa è infatti il simbolo per eccellenza che manifesta bellezza e rischio; la rosa è bella da toccarne i petali, da annusarne il profumo ma ti ferisce se ti avventi incauto, si protegge con una linea verticale di spine. Questo di Ragazzini pare il percorso in versi di una formica che risale lo stelo: come spina dopo spina le poesie si snodano in una fatica che ha un sapore dolce-amaro, di tensione fisica fino al morbido dei petali. “Che cosa è che così ci danna/ Uguale al male infine?/ La fitta che ci pare lontana/ Il lieve toccarci delle spine.” Nelle poesie di Alex Ragazzini il poeta è un uomo piccolo, minuscolo, che si mette al servizio della bellezza. Pare che il poeta qui abbia una lingua tutta sua, ritirata al necessario, fatta di nodi semantici centrali, di pianeti attorno cui ruotare incessantemente. Pare una stessa poesia riscritta, rivoltata infinite volte. Ma cosa è la voce del poeta se non un cercare quel suono che rende riconoscibile la richiesta? Ragazzini con queste quartine risponde concentrandosi sui temi come “ansia, dolore, guadagno, giovinezza e vecchiaia, amore e perdita”, ci dice lui stesso dalla nota finale al libro.
Annalisa Rodeghiero, A oriente di qualsiasi origine, Arcipelago Itaca, 2021 Divisa in quattro sezioni, cui fanno da cornice due componimenti...