Anne Stevenson è nata nel 1933 a Cambridge (UK) da famiglia americana. Suo padre era il filosofo C.L. Stevenson. È cresciuta nel New England e ha studiato musica e lingue all’università del Michigan. È tornata in Gran Bretagna nel 1954 e vive attualmente in Galles. Ha pubblicato dieci raccolte poetiche ma importante è anche la sua attività di critica e biografa: a sua firma uno studio su Elizabeth Bishop e una influente biografia di Sylvia Plath, Bitter Fame (London: Viking, 1989; Boston: Houghton Mifflin, 1989) che immediatamente ha sollevato un acceso e controverso dibattito circa l’indulgenza nel ritrarre la figura di Ted Hughes. Tra le raccolte, si ricordano i Selected Poems 1956-1986 (Oxford: Oxford University Press, 1987) e i Collected Poems, (Oxford: Oxford University Press, 1996; Bloodaxe, 2000; Library of America, 2008). Innumerevoli i riconoscimenti alla sua opera poetica. La bibliografia completa è consultabile al suo sito, qui.
Anne Stevenson
da Correspondences
traduzione dall’inglese di Giorgia Sensi
I testi sono riprodotti su autorizzazione dell’autrice e dalla casa editrice Bloodaxe.
from Correspondences
A Daughter’s Difficulties as a Wife:
Mrs Reuben Chandler to her Mother in New Orleans
September 3, 1840 Cincinnati, Ohio
Now that I’ve been married for almost four weeks, Mama,
I’d better drop you and Papa dear a line.
I guess I’m fine.
Ruby has promised to take me to the Lexington
buggy races Tuesday, if the weather cools.
So far we’ve not been out much.
Just stayed here stifling in hot Cincinnati.
Clothes almost melt me, Mama, so I’ve not got out
my lovely red velvet-and-silk pelisse yet,
or that sweet little lambskin coat with the fur hood.
The sheets look elegant!
I adore the pink monogram on the turnover
with exactly the same pattern on the pillowcases!
Darlings!
How I wish you could breeze in and admire them!
And the table linen,
and the bone china,
and the grand silver candlesticks,
and especially those
long-stemmed Venetian wine glasses
with the silver rims.
My, didn’t your little daughter
play the queen the other day
serving dinner to a whole bevy of bachelors!
To tell the truth, Mama,
Reuben was a silly to ask them,
just imagine me, tiny wee me,
hostess to fourteen dragons
and famished monsters,
doing battle with fuming pipes and flying plugs.
Poor Rube!
He doesn’t chew and hardly ever smokes.
He must have felt out of place.
I was frantic, naturally,
for fear of wine stains and
tobacco juice on the table cloth,
so I set Agatha to dart in and dab with a towel,
and told Sue in the kitchen, to brew up some coffee
quick, before they began speechmaking.
But it was no use.
They would put me up on a chair after the ices,
and one of them – Big Tom they call him
(runs a sizable drygoods business here)
well, this Tom pulled off my shoe,
tried to drink wine out of it while
I was dying of laughter,
and Tom was laughing too, when suddenly
I slipped, and fell on the Flemish decanter!
It broke.
Such a terrible pity.
And so funny at the same time.
I must admit the boys were bricks,
carrying the tablecloth out to the kitchen,
holding it out while I
poured hot water from a height,
just as you always said to.
Everything would have been all right.
The party could have gone on.
Then Reuben had to nose in and spoil things,
sending me to bed!
So the boys went off, kind of sheepish.
Later Reuben said I had disgraced us
and where was I brought up anyway,
to behave like a bar maid!
But it wasn’t my fault, Mama.
They were his friends. He invited them.
I like to give men a good time!
I’m writing this in bed because
my head thumps and drums every time I move
and I’m so dog tired!
The only time I sleep is in the morning
when Reuben has left for the office.
Which brings up a delicate subject, Mama.
I’ve been thinking and thinking,
wondering whether I’ll ever succeed in being
the tender, devoted little wife you wanted me to be.
Because … oh, Mama,
why didn’t you tell me or warn me before I was married
that a wife is expected to do it every night!
But how could we have guessed?
Ruby came courting so cool and fine and polite,
while beneath that gentlemanly, educated exterior …
well! I don’t like to worry you, Mama.
You know what men are like!
I remember you said once the dears couldn’t help it.
I try to be brave.
But if you did have a chance to speak to Papa,
mightn’t you ask him to slip a word,
sort of man to man to Reuben …
about how delicate I am
and how sick I am every month,
not one of those cows
who can be used and used?
Someone’s at the door.
I forgot,
I asked Fanny Daniels to come up this morning
to help fix a trim for my hat.
I’ll have to hustle!
Give all my love to dear Spooky and Cookie.
How I miss them, the doggy darlings!
Oceans of hugs and kisses for you, too,
and for precious Papa,
From your suffering and loving daughter,
Marianne
*
da Correspondences
Una figlia e i suoi problemi di moglie:
La Signora Reuben Chandler a sua madre a New Orleans
3 Settembre, 1840 Cincinnati, Ohio
Ora che sono sposata da quasi quattro settimane, mamma,
sarà meglio che mandi due righe a te e papà.
Posso dire di star bene.
Ruby ha promesso di portarmi a Lexington
alle corse dei calessi martedì, se farà più fresco.
Finora non siamo usciti molto.
Siamo rimasti qui a soffocare nella torrida Cincinnati.
Mi sento quasi liquefare dentro i vestiti, mamma, così non ho ancora tirato fuori
il mio bel mantello di seta e velluto rosso orlato di pelliccia,
né quella giacca di montone così carina col cappuccio di pelo.
Le lenzuola sono così eleganti!
Adoro il monogramma rosa sul risvolto
che riprende lo stesso ricamo delle federe!
Un amore!
Come vorrei che tu potessi fare una scappata ad ammirarli!
E le tovaglie,
e la porcellana,
e gli splendidi candelabri d’argento,
e specialmente quei
bicchieri da vino veneziani dallo stelo lungo
e il bordo d’argento.
Perdinci, se la tua bambina
non sembrava una regina l’altro giorno
quando ha servito il pranzo a un’intera squadra di scapoli!
A dir la verità, mamma,
Reuben è stato sciocco a invitarli,
figurati io, così minuta,
padrona di casa di quattordici draghi
e mostri famelici,
alle prese con pipe fumose e tappi volanti.
Povero Rube!
Lui non mastica e non fuma quasi mai.
Deve essersi sentito fuori posto.
Io ero agitatissima, naturalmente,
per paura di macchie di vino e
tabacco sulla tovaglia,
così ad Agata avevo detto di precipitarsi con una salvietta assorbente,
e a Sue in cucina di fare subito del caffè,
prima che cominciassero i discorsi.
Tutto inutile.
Dopo il gelato hanno voluto mettermi in piedi su una sedia,
e uno di loro – lo chiamano il Grosso Tom –
(dirige un’importante ditta di tendaggi e tessuti qui)
ebbene, questo Tom ha cercato di bere il vino
dalla scarpa che mi aveva tolto mentre
io morivo dal ridere,
e anche Tom rideva, quando all’improvviso
sono scivolata, e caduta sulla caraffa fiamminga!
Si è rotta.
Un vero peccato.
Ma anche così buffo.
Devo dire che i ragazzi sono stati formidabili,
hanno portato la tovaglia in cucina,
e l’hanno tenuta tirata mentre io
versavo acqua calda dall’alto,
proprio come tu mi hai sempre detto.
Tutto sarebbe andato liscio.
La serata avrebbe potuto continuare.
Ma Reuben ha dovuto ficcare il naso e fare il guastafeste,
mandandomi a letto!
Così i ragazzi se ne sono andati, mogi mogi.
Più tardi Reuben ha detto che avevo rovinato la nostra reputazione
e dove mai ero cresciuta,
per comportarmi come una servetta!
Ma non è stata colpa mia, mamma.
Erano amici suoi. Li aveva invitati lui.
A me piace far divertire gli uomini!
Ti scrivo dal letto perché
la testa mi pulsa e mi martella ogni volta che mi muovo
e sono esausta!
L’unico momento in cui riesco a dormire è la mattina
dopo che Reuben è andato in ufficio.
E qui devo toccare un tasto delicato, mamma.
Ci ho pensato e ripensato,
chiedendomi se riuscirò mai ad essere
quell’affettuosa, devota mogliettina che tu volevi io fossi.
Perché … oh, mamma,
perché non me l’hai detto prima che mi sposassi
che una moglie lo deve fare tutte le sere!
Ma come potevamo immaginarlo?
Quando Ruby mi corteggiava era così fine e composto e beneducato,
mentre sotto quell’apparenza signorile, raffinata …
via! Non voglio preoccuparti, mamma.
Sai bene come sono gli uomini!
Una volta ti sentii dire che i poveri cari non possono farne a meno.
Io cerco di farmi coraggio.
Ma se tu avessi occasione di parlare a papà,
non potresti chiedergli di accennare
a Reuben, da uomo a uomo per così dire …
quanto io sia delicata
e come stia male ogni mese,
non una di quelle vacche
che si possono usare a ripetizione?
C’è qualcuno alla porta.
Dimenticavo,
avevo chiesto a Fanny Daniels di venire qui stamattina
a darmi una mano con il nastro del mio cappello.
Devo sbrigarmi!
Abbraccia i miei cari Spooky and Cookie.
Come mi mancano, i miei adorati cagnolini!
Un mare di baci e abbracci anche a te
e al carissimo papà,
Dalla tua figliola affezionata, in pena
Marianne
otografia dell’autrice tratta dal sito del Newcastle Poetry Festival
Giorgia Sensi è traduttrice free lance dall’inglese all’italiano. Ha tradotto poeti britannici e irlandesi molto noti tra i quali: Carol Ann Duffy (poeta laureata del Regno Unito), Kate Clanchy, Jackie Kay, Vicki Feaver, Eavan Boland. Ha tradotto una raccolta poetica dell’autrice canadese Margaret Atwood e poeti anglo-gallesi quali Patrick McGuinness, John Barnie, Gillian Clarke (poeta nazionale del Galles) e Tiffany Atkinsons (anche per Atelier online, Ottobre 2014).
Ha inoltre in preparazione (con Marco Bini) una antologia di poesie scelte della poeta scozzese Kathleen Jamie. Il volume è sostenuto da Creative Scotland e sarà pubblicato da Ladolfi Editore.