Annalisa Ciampalini
Tutte le cose che chiudono gli occhi
peQuod, 2022
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La poesia di questa raccolta restituisce tensioni e contrasti: luce e ombra, tempo e luoghi, incontro e solitudine. I titoli delle sezioni sono in tal senso significativi: Stagioni in prestito, Forme del tempo, Il posto, La stanza condivisa, Viaggi. “Il dolore è alimento di tutti i versi”, dice Valeria Serofilli nella prefazione, ma quei versi sono anche “scommessa della luce”.
È questa l’ora del fuoco/ in un tempo deciso oltre il cielo. Cerco sempre, istintivamente, versi che introducano o condensino il libro di poesia che ho appena letto, e questi di Annalisa Ciampalini mi sembrano quelli giusti per farlo. C’è poi il titolo della silloge – Tutte le cose che chiudono gli occhi – che allude all’anelito totalizzante della voce poetica, nonostante subito essa dica: Ho poche pietre, pochi oggetti/ una minuscola vita. Una poesia consapevole e autoriflessiva – La fragilità sta nel verso che non dura/ scriverlo su carta/ voltarsi per leggerlo di nuovo/ e il segno muore – che volge talvolta in preghiera – La mia preghiera è il tuo nome – e, più spesso, in ricerca del tempo – C’è sempre/ un tempo piccolissimo negli occhi/ una forma d’innocenza, forse solo smarrimento – ed invidia chi segue/ le cose e mai ne perde traccia…Chi pensa come scrive/ riga dopo riga, devoto al suo dire. Ha molto da insegnarci questa poesia, in umiltà e in cura della parola; Annalisa Ciampalini sa guardarsi intorno da poeta, distraendo il tempo dalla sua voracità con nuove coniugazioni – futuro prossimo, presente semplice – salvando cose e persone nell’incontro irripetibile.
Antonio Fiori
***
Tutte le cose che chiudono gli occhi.
Tutte le cose che chiudono gli occhi
un attimo prima
e crescono un avanzo di tempo
dove si flettono dimenticano
confondono l’inizio con la fine.
Dove dormono nel profondo
sotto le loro stesse radici.
Dove l’occhio del ventre si chiude.
Dentro al ventre e sotto le radici:
un tempo fuori campo
. .in attesa
un sangue scuro, maggiore
che si oppone alla morte.
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***
Escono da queste case basse
cercano i sassi levigati del lago
mettono i piedi nell’acqua
pensano alla luce in cui partiranno
al riflesso chiaro che inonda la soglia.
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Ma restano a riva
offuscati da una pioggia sottile
in attesa che un destino li raggiunga
e si compia.
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***
Ora che so quanto dura un’attesa
non mi sorprende il tuo ritorno.
Dopo molti anni
questa casa è diventata nostra
e l’aria della sera si dispone attorno a noi.
Scriviamo frasi frammentarie,
note a margine,
segni minuti che sprofondano nel bianco.
Il dolore del mattino ha una luce malata
e va sopportato.
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Il sonno è questo sfondo
indivisibile e nero
non conosce turbamenti.
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Annalisa Ciampalini è nata a Firenze nel 1968 e vive ad Empoli dove lavora. Ama da sempre la poesia e la matematica, la musica e la natura. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta “L’istante si dilata” con Ibiskos Editrice, nel 2014 la raccolta “L’assenza” edita da Ladolfi Editore, libro che ha ricevuto diverse recensioni e riconoscimenti. Nel 2018 pubblica “Le distrazioni del viaggio” edito da Samuele Editore. Il libro ha ricevuto diverse recensioni ed è stato finalista al premio Prato Poesia del 2019. Lo spesso libro è uscito in Colombia nel 2019 tradotto in spagnolo da Antonio Nazzaro col titolo “Las distracciones del viaje”. Suoi contributi si trovano in varie antologie pubblicate da Fara Editore, tra queste “Il valore dello scarto” (Fara Editore 2016). Inoltre ha partecipato, insieme ad altri autori, al volume “Pierino Porcospino e l’analista selvaggio”, volume curato da Giancarlo Stoccoro (ADV Publishing House, 2016).