Edward Hirsch è nato a Chicago nel 1950. Ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti per la propria poesia, e nel 2008 è stato nominato Cancelliere dell’Accademia dei Poeti Americani. Ha pubblicato le raccolte For the Sleepwalkers (1981), Wild Gratitude (1986), The Night Parade (1989), Earthly Measures (1994), On Love (1998), Lay Back the Darkness (2003), Special Orders (2008), e The Living Fire: New and Selected Poems (Knopf, 2013), un’antologia di trentacinque anni di scrittura poetica. E’ anche autore di diversi libri di prosa. Ha insegnato per sei anni al Dipartimento di Lingua Inglese presso la Wayne State University e per diciassette anni nel Programma di Scrittura Creativa presso la Houston University. E’ Presidente della John Simon Guggenheim Memorial Foundation. Le poesie presentate sono tratte da The Living Fire: New and Selected Poems.
Edward Hirsch
da The Living Fire: New and Selected Poems
traduzioni dall’inglese di Francesco Tomada
On the Anniversary of Joseph Brodsky’s Death
Archangelsk, the briny cold, the frigid Baltics,
Children throwing snowballs at Soviet statues.
The Arctic chill of the moon at midday,
The trees wrapped, the pedestrians bundled.
How the sun shivered behind the smokestacks
Like a soldier frozen in place.
At the dimly lit Museum of the Far North
The subject was the poet’s internal exile,
Metaphysics versus History, and the fateful
Struggle between Poetry and Time,
A Cold War that will never end.
Also, his love for watery ports
And stubborn cats, especially the Russian
Blue that hailed from the White Sea.
Afterwards, a slushy walk, salty air,
Sleep in an overcoat in a converted barracks.
All ight I heard the muffled boots
Of an army marching through the streets
Under the thick cover of darkness.
But in the morning, anniversary mourning,
I woke to a magisterial silence.
Snow occupied the city.
Per l’anniversario della morte di Joseph Brodsky
Archangelsk, il gelo salmastro, i freddi Stati Baltici,
Bambini che lanciano palle di neve contro le statue sovietiche.
Il brivido artico della luna a mezzogiorno,
Gli alberi ricoperti, i pedoni infagottati.
Quanto tremava il sole dietro alle ciminiere,
Come un soldato ibernato sul posto.
Nel Museo del Grande Nord fiocamente illuminato
Il soggetto era l’esilio interiore del poeta,
La Metafisica contro la Storia, e la Battaglia
Mortale fra la Poesia ed il Tempo,
Una Guerra Fredda che non finirà mai.
Inoltre, la sua passione per i porti pieni d’acqua
Ed i gatti ostinati, soprattutto il Blu
Di Russia che veniva dal Mar Bianco.
In seguito una passeggiata fangosa, aria salata,
Dormire con il cappotto in una caserma riadattata.
Per tutta la notte ho sentito gli scarponi attutiti
Di un esercito che marciava lungo le strade
Sotto la spessa coperta dell’oscurità.
Ma al mattino, luttuoso anniversario,
Mi sono ridestato in un autorevole silenzio.
La neve aveva invaso la città.
Early Sunday Morning
I used to mock my father and his chums
for getting up early on Sunday morning
and drinking coffee at a local spot,
but now I’m one of those chumps.
No one cares about my old humiliations,
but they go on dragging through my sleep
like a string of empty tin cans rattling
behind an abandoned car.
It’s like this: just when you think
you have forgotten that red-haired girl
who left you stranded in a parking lot
forty years ago, you wake up
early enough to see her disappearing
around the corner of your dream
on someone else’s motorcycle,
roaring onto the highway at sunrise.
And so now I’m sitting in a dimly lit
café full of early-morning risers,
where the windows are covered with soot
and the coffee is warm and bitter.
Domenica mattina presto
Spesso deridevo mio padre e i suoi compari
perché si alzavano presto la domenica mattina
e prendevano il caffè in un bar del luogo,
ma oggi anche io sono sciocco come loro.
A nessuno importa delle mie vecchie umiliazioni,
ma quelle si trascinano in mezzo al mio sonno
come una corda di lattine vuote che sferragliano
dietro ad un’auto abbandonata.
Va così: proprio quando pensi
di aver dimenticato quella ragazza dai capelli rossi
che ti ha lasciato incagliato in un parcheggio
quarant’anni fa, ti svegli
abbastanza presto da vederla scomparire
dietro all’angolo del tuo sogno
sulla moto di qualcun altro,
che romba sull’autostrada all’alba.
E così ora siedo in un bar poco illuminato
popolato di gente che si alza presto,
dove i vetri sono sporchi di fuliggine
e il caffè è tiepido e amaro.
What the Last Evening Will Be Like
You’re sitting at a small bay window
in an empty café by the sea.
It’s nightfall, and the owner is locking up,
though you’re still hunched over the radiator
which is slowly losing warmth.
Now you’re walking down to the shore
to watch the last blues fading on the waves.
You’ve lived in small houses, tight spaces—
the walls around you kept closing in—
but the sea and the sky were also yours.
No one else is around to drink with you
from the watery fog, shadowy depths.
You’re alone with the whirling cosmos.
Goodbye, love, far away, in a warm place.
Night is endless here, silence infinite.
Come sarà l’ultima sera
Sei seduto ad una finestra sulla piccola baia
in un bar vuoto accanto al mare.
E’ il crepuscolo, e il padrone sta chiudendo,
anche se tu sei ancora chino sul radiatore
che perde lentamente il suo calore.
Adesso stai scendendo giù verso la riva
per guardare gli ultimi azzurri svanire sulle onde.
Hai vissuto in case piccole, spazi striminziti –
le pareti attorno ti hanno tenuto avvolto –
ma anche il cielo e il mare erano tuoi.
Non c’è nessuno in giro per bere con te
dalla nebbia umida, profondità oscure.
Sei solo con l’Universo che ruota.
Addio, amore, lontano, in un luogo caldo,
qui la notte è sconfinata, il silenzio infinito.
Edward Hirsch è nato a Chicago nel 1950. Ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti per la propria poesia, e nel 2008 è stato nominato Cancelliere dell’Accademia dei Poeti Americani. Ha pubblicato le raccolte For the Sleepwalkers (1981), Wild Gratitude (1986), The Night Parade (1989), Earthly Measures (1994), On Love (1998), Lay Back the Darkness (2003), Special Orders (2008), e The Living Fire: New and Selected Poems (Knopf, 2013), un’antologia di trentacinque anni di scrittura poetica. E’ anche autore di diversi libri di prosa. Ha insegnato per sei anni al Dipartimento di Lingua Inglese presso la Wayne State University e per diciassette anni nel Programma di Scrittura Creativa presso la Houston University. E’ Presidente della John Simon Guggenheim Memorial Foundation. Le poesie presentate sono tratte da The Living Fire: New and Selected Poems.
Fotografia di proprietà dell’autore.
Francesco Tomada (1966). Suoi testi sono apparsi su numerose pubblicazioni, antologie, plaquettes in Italia, Austria, Slovenia, Canada, Francia, Slovacchia, Svizzera. Ha pubblicato L’infanzia vista da qui (Gorizia, Sottomondo, 2005; rist. 2006) ) e A ogni cosa il suo nome (Sasso Marconi, Le Voci della Luna, 2008 – Premio Città di Salò, Premio Il Litorale, Premio Baghetta, Premio Anna Osti, Premio Gozzano, Premio Percoto). E’ organizzatore o coordinatore di svariate manifestazioni centrate sulla poesia. Vive a Gorizia. – Atelier ha pubblicato gli inediti “Apriti cielo” nell’Agosto 2014.