da Atelier 83
“La necessita di una comunità ricevente”
Kabir Yusuf Abukar, Mirrorless
La poesia come istantanea, referto fissato in una nebulosa di dati emotivi pronti ad essere letti e riletti. E la fotografia come unità minima del racconto di un vissuto. Il giovanissimo modenese Kabir Yusuf Abukar parte da questo parallelismo per presentare la sua officina in versi. Il titolo Mirrorless è già una chiave di lettura in linea con la – supposta – competenza tecnologica della nostra epoca: si tratta di un tipo di macchinetta compatta, che può dunque essere utilizzata anche da chi è alle prime armi, ma non priva di qualità avanzate in termini di utilizzo ed esiti dello scatto. Proprio lo strumento che ci vuole per esordire con ambizione. […]
Marco Bini
*
È vero, ci sono proprio nato e ci vivo
in quel chilometro quadrato di abitato
chiamato casa, odiato e amato, fatto
e sfatto, tutto di mattina abbandonato
cresciuto come la gramigna sul selciato
voluto e poi lasciato andare. E posso ricordare
il colore degli infissi in via Marsala
la panchina assassina dell’infanzia
che squarciava netta la piazzetta con un grido.
Lo vedo, è ancora vivo con un filo di voce
ogni bambino che conta a nascondino
tra le case dove la sera a volte si parlava
adesso si tace perfino una preghiera.
Ora che resta tutto com’era nella memoria
e solo fuori tutto cambia, voglio sapere
chi è che lo sopporta?
*
La mia ombra si vede dappertutto, sì
è l’ultima uniforme che mi resta, che
mi lega a questa forma esterna detta
corpo, ma che dentro come un guanto
ha il suo rovescio: spazio vuoto, buio.
Sono solo il pezzo d’ombra, pazzo dentro
che mi marchia, mi condanna a questa
irraggiungibile uguaglianza con il mondo.
Sciolta questa pena mando nella gola
proiettili di carta per la calma che divora
giorno dopo giorno i giorni fossili di prima
quando avevo dodici anni e ancora la saliva.
*
Tra questi ragazzi di via d’Avia
anch’io, a sud di questo posto
allontanato dentro la memoria
chiuso nella conta alla rovescia
ho dato il tempo a tutti di nascondersi
non muoversi o grattarsi con un dito, ma
hanno lasciato si vedessero per sbaglio
le punte dei piedi oltre le tende.
[…]
Kabir Yusuf Abukar (Modena, 1993) è stato con i suoi versi finalista al Premio Rimini 2016. Ha partecipato a letture, festival e laboratori nelle scuole della sua città. Il suo esordio poetico, Reflex, è ora in corso di pubblicazione.
Fotografia di proprietà dell’autore.
La silloge inedita è leggibile per intero sul nr. 83 di Atelier
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