(inediti)
traduzione dallo spagnolo argentino di Antonio Nazzaro
I
no hay caminos blancos
por donde comenzar a huir hacia otro cuerpo
¿quién comenzará a rezar
si las manos de piedra ya no pueden envejecer?
en este círculo habitamos
y nadie recuperará la noche ni la niebla de cada mañana
en este lago de nieve habito
para revertir el sistema de la luz
tiempo y tiniebla se cruzan como dos insectos
cuando caen cerca de la piel
I
Non ci sono strade bianche
da dove cominciare a fuggire verso un altro corpo
chi comincerà a pregare
se la mani di pietra oramai non possono invecchiare?
in questo circolo viviamo
e nessuno recupererà la lotte né la nebbia di ogni mattino
in questo lago di neve vivo
per ritornare al sistema della luce
tempo e oscurità s’incrociano come due insetti
quando cadono vicino alla pelle
II
la próxima isla
es un cuerpo que se hunde
el equilibrio
del agua
donde un dios produce
el invierno y la madrugada
II
La prossima isola
è un corpo che affonda
l’equilibrio
dell’acqua
dove dio produce
l’inverno e l’alba
IV
¿dónde está la barca blanca
que te trajo por el río
hasta las costas de la carencia?
el fuego creía ser salvado
y se imitaba a sí mismo
en otro mar de grietas y murciélagos.
¿quién colocó las piedras
en cada camino que fue tierra?
contra árboles iguales
un cristo desarma tu lluvia
y traza líneas en el mapa de un país
sin ritos ni colmenas
al salir del mar
ubicarán mi cuerpo en tu coto de caza
IV
dov’è la barca bianca
che ti ha portato per il fiume
fino alle coste della carenza?
il fuoco credeva d’essere a salvo
e imitava se stesso
in un altro mare di crepe e pipistrelli.
Chi ha posto le pietre
in ogni strada che è stata la tua terra?
contro gli uguali alberi
un cristo disarma la tua pioggia
e traccia linee sulla mappa di un paese
senza riti né alveari
all’uscire dal mare
metteranno il mio corpo nella tua riserva di caccia.
Lucas Margarit, Argentina. E’ laureato in Filosofia presso l’Università di Buenos Aires, la sua tesi verteva sulla poesia di Samuel Beckett. E’ un poeta, professore e ricercatore nel dipartimento di letteratura inglese presso la UBA. Ha un master sulla traduzione e auto-traduzione nell’opera di Samuel Beckett e dirige un progetto di ricerca UBACyT sui testi utopici inglesi del XVIII secolo proseguimento di uno anteriore dedicato ai secoli XVI e XVII. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Círculos y piedras, Lazlo y Alvis y El libro de los elementos, saggio su Samuel Beckett. Las huellas en el vacío, Leggere Shakespeare: note sull’ambiguità. Ha tradotto: Enrico VIII di William Shakespeare, Poesie atomiche di Margaret Cavendih (1653) e L’isola dei Pines di Henry Neville (1668), La difesa della poesia di Sir Philip Sidney e altri autori inglesi. Ha compilato insieme a Elina Montes i libri Utopie inglesi del XVII secolo (2vol.) e Shakespeare Lettore; lettori di Shakespeare.
Antonio Nazzaro (Torino, 1963) è un giornalista, poeta e mediatore culturale italiano. Si è diplomato con la maturità classica a Torino e ancor prima di termibare gli studi inizia a collaborare con i quotidiani L’ora di Plaermo, La Stampa di Torino, Stampa Sera e con l’emittente televisiva Videouno. Trasferitori in Messico si diploma presso l’UNAM Università Autonoma del Messico. Attualmente vive a Caracas (Venezuela) dove è stato coordinatore didattico dell’Istituto Italiano di Cultura, assistente dell’attaché culturale in Venezuela e capo redattore de La Voce d’Italia. Nel 2008 diviene coordinatore del Centro Culturale Tina Modotti con lo scopo di promuovere la cultura italiana e venezualena attraverso varie forme di interscambio culturale. Da ottobre 2014 collabora inoltre alla redazione culturale della rivista Agorà Magazine di cui è stato uno dei fondatori.
Per Atelier ha tradotto: Juan Arabia; Marìa Magdalena;