© Fotografia di Pieter van der Meer / Tineke de Lange

Yang Lian, poesie inedite

Traduzione a cura di Sarah Talita Silvestri dalla versione inglese di Brian Holton

WICKED KING ZHOU OF SHANG’S SACRIFICIAL DOG PIT 

menstrual blood pooled under Daji[1]    three thousand years crimson
crimson for three thousand more     until it equals Daji’s glance
come     pour wine     on the jade bowl that observes us dark crane wings flap
oh how fine the snowy wrist that started the fire   the butterfly-embroidered gown

        a funnel quietly dripping
        the Stag Stage treasure house upended[2]

words made redundant     as the human shape is redundant
sitting hugging jewellery     gold and silver     worse to sit hugging a fireball
from the pagoda’s ascending pinnacle to its descending pinnacle     a slim
waist     pillowed on height     gyring oh     whose limbs dance our land

        a funnel quietly dripping
        a beauty politely repudiated

treading tongues of flame the tomb passage descends     the pit’s depth
only a little deeper than death     black as the yellow earth’s sighing
repeating     no need for a guide dog     the king sacrificed himself pulling
the probe of white bone downward     countenance cold-water ice

        a funnel quietly dripping
        a world vomited up

now lovely cheeks have caught fire too     like a wild longing for a lover
now words so close at hand move bright coloured shades
Daji’s poem inhales lovers’ hurried and eager odes
a backward glance     a glimpse of a life brimming over

        a funnel quietly dripping
        all     heaven and earth look on each other and smile

 

11th November 2010

 

 

 

IL CRUDELE RE ZHOU SHANG DALLA FOSSA SACRIFICALE DEI CANI

sangue mestruale ammassato sotto Daji[3]     tremila anni vermigli
cremisi per altri tremila     finché non si eguagli allo sguardo di Daji
vieni     a mescere il vino     dentro la coppa di giada che ci scruta agitare plumbee ali di gru
oh com’è lieve il niveo polso che ha acceso la vampa     la veste intessuta a ninfalide

        una strettoia che sommessa distilla
        abbattuta è la casa del tesoro di Stag Stage[4]

turgide parole     come turgida è la condizione umana
sedersi stringendo monili     d’oro e d’argento     peggio di sedersi stretti a una sfera di fuoco
dal pinnacolo della pagoda che si innalza     al suo pinnacolo che discende     un’esile
vita     zeppa al culmine     nel vortice oh     i suoi arti danzano la nostra terra

        una strettoia che sommessa distilla
        una bellezza discretamente sconfessata

schiacciando lingue roventi il dromos della terra digrada     nel baratro della fossa
solo poco più intenso della morte     nero come il sospirare ambrato della terra
replicando     il disagio per un cane guida     il re si è immolato premendo
la sonda d’avorio in basso     sguardo gelido d’acqua ghiacciata

        una strettoia che sommessa distilla
        un mondo rigettato

adesso anche le amabili gote avvampano     come un feroce desiderio per un amante
adesso parole così prossime toccano sfumature di vividi colori
il poema di Daji respira le odi fervide e bramose degli amanti
il riflesso allentato     il barlume di una vita traboccante

        una strettoia che sommessa distilla
        ogni     cielo e terra che assieme si ammirano e arridono

 

11 novembre 2010

 

 

*

 

 

ASYMMETRY OF DEATH[5]

                    Written in 2022

death’s back just like that
back between the dead     back between the living
back between the bloody clothing of the streets
the empty wind rolls away empty bodies
as if asking     can ashes overtake ashes?
is there another nothing behind nothing?
scarlet-smeared bamboos     grown into
a cursed garden     watching themselves being cursed
credulous history touches so lightly on this
hollows out all dying     so death can come back

death’s back just like that
back to cram locked-up time
the gold of shame locking fallen leaves     invisible
iron cages     recite a scrubbed clean square
make us recognise packed     blown away     smashed
ghosts     reincarnations only imagination
pain     chisels joints with writing equivalent to dumbness
fragile parallelism never lacks sighs
autumn winds in our bodies     waiting in the queue to expire
doves croon     the miracle of reeking meat fills the air

death’s back just like that
a pygmy-thronged hall     rancid stink and heads
is forever     a full floor of fattening     a full floor of squirming
nightmare entrance     vomit exit     tongues cut out
each word a blow to scan QR code in mouths
a red carpet mocks a century of dead fish
it’s this simple     death never left
I rise from a puddle of squashed human shapes under the stone stair
past a dark rusted Adam’s apple     sink into lies

death’s back just like that
both hands empty     never lived     no poetry
not banned     because breathing is never unbanned
days and months worth nothing only passed
hurried waving goodbye faces the flames of the shut furnace door
falsity of naming falsity of declaiming     a substitute
spawns another substitute     poison cried out by infants
a kind-hearted upbringing     omits the word mistake
misfortunes as are askew as logic
no one is on the other side of violent death

death’s back just like that
death accepted    to witness a conspiracy in favour by acclamation
is it enough?     dark red slurry
the aesthetics of gouging out the word if     grab
who knows who’s hand     any addition is still zero
our perfect is must be like this
a lifetime stumbling to climb a cliff with no way back
tiny imagining of the everyday
the only one-time plunge    choked off the echo
to arrive at everything

 

 

 

ASIMMETRIA DI MORTE[6]

                    Scritta nel 2022

così ritorna la morte
torna tra i morti     torna tra i vivi
ancora sulla sanguinea livrea delle strade
il vento fatuo rivolta lontano anonimi corpi
quasi chiedesse     come le ceneri possano sopraffare le ceneri
si cela un nulla dietro al nulla?
lerci vermigli bambù     cresciuti dentro
un giardino dannato scrutano la loro dannazione
l’ottusa storia li sfiora appena
scava tutti gli agonizzanti     affinché la morte possa tornare

così ritorna la morte
torna a pigiare il tempo recluso
l’obolo della vergogna che paralizza foglie cadute     invisibili
gabbie metalliche     declamano un quadrato eraso terso
ci fanno discernere      il colmo     della distruzione
spettri     reincarnazioni solo fantasie
il dolore     cesella le giunture con la scrittura del silenzio
e non mancano alla gracile somiglianza sospiri
venti autunnali sopra i nostri corpi     in fila nell’attesa di esalare
colombe intonano     il miracolo che satura l’aria di putida carne

così ritorna la morte
una dimora gremita di omuncoli     ripugnante stantio e teste
è sempre     un fondo colmo di concime     un continuo contorcersi
soglia del terrore     svincolo del rigetto     lingue scontornate
ogni parola un soffio a esaminare il QR code sulle labbra
un red carpet che ignora un secolo di pesci morti
scontato     la morte non si è mai congedata
mi sollevo da una pozza di spettri umani sotto la rampa rocciosa
oltre il rugginoso frutto di Adamo     colare a picco nelle menzogne

così ritorna la morte
entrambe le mani vuote     mai vita     nessuna poesia
niente vietato     perché il respiro non è mai proibito
giorni e mesi fluiscono senza lode
volti che si affrettano a salutare le vampe della soglia-fornace sigillata
falsità di nominare falsità nell’eleggere     un sostituto
genera un’altra controfigura     veleno ruggito da infanti
una buona educazione     omette la parola errore
le sventure sono oblique come la logica
nessuno sta dall’altra sponda della morte rabbiosa

così ritorna la morte
morte accolta     a testimoniare una congiura per il consenso
è abbastanza?     cemento carminio
l’estetica di estrarre il se     afferrare
chi sa chi sia la mano     qualsiasi addizione fa ancora zero
il nostro sogno dev’essere tale
un’esistenza incagliata per scalare un dirupo senza ritorno
minima visione dell’ordinario
la sola unica caduta     ha soppresso l’eco
per raggiungere ogni cosa

 

 

 

*        *        *

[1] Tr. Note: Daji, also known as Fu Hao, Lady Hao, or, posthumously, Mu Xin  (died c. 1200 BC), was one of the many wives of King Wu Ding of the Shang dynasty: she served as an army general and high priestess.

[2] Tr. Note: The pavilion complex Lu Tai, also known as Deer Terrace, was set alight in 1046BC by King Zhou: the Shang dynasty ended with his death in the flames, consumed along with all his treasures.

[3] Daji, conosciuta anche come Fu Hao, Lady Hao, e in seguito come Mu Xin (morta intorno al 1200 a.C.), fu una delle tante mogli del re Wu Ding della dinastia Shang. Prestò servizio come generale dell’esercito e sacerdotessa.

[4] Il complesso di padiglioni Lu Tai, noto anche come Deer Terrace, fu dato alle fiamme dal re Zhou nel 1046 a.C.

Con la sua morte tra le fiamme finisce la dinastia Shang, consumata insieme a tutti i suoi tesori.

[5] This echoes and is intended to link back to Yang’s 1985 poem sequence In Symmetry With Death (See Lee, Mabel, tr. (2202) YI, Købnhavn, Los Angeles: Green Integer, p.91ff). He says it refers to the current situation in China, where people face death, but are worth nothing, and where nothing has changed for the better since his original poem was written. The poem was widely read on WeChat until the link was taken down by the Chinese government. (BH)

[6] Questo titolo riecheggia e vuole ricollegarsi alla serie di poesie di Yang del 1985 In Symmetry With Death. Dice di riferirsi alla situazione attuale in Cina, dove le persone affrontano la morte, ma non valgono nulla, e dove nulla è cambiato in meglio da quando aveva scritto la sua poesia originaria. La poesia è stata molto letta su WeChat fino a quando il collegamento non è stato rimosso dal governo cinese.

 

 

 

*        *        *

Yang Lian (Berna, 1955) poeta, prosatore, cofondatore e caporedattore di Survivors Poetry Magazine (Pechino, 1988). Ha pubblicato 14 raccolte poetiche, tra le quali YI, Where the Sea Stands Still, Concentric Circles, Note of a Blissful Ghost, Narrative Poem, Anniversary Snow, Venice Elegy e Origine. Sono comparse in traduzione italiana Dove si ferma il mare (2016), Elegia Veneziana (2019), Origine (2020). Candidato al Premio Nobel, le sue opere sono tradotte in più di 30 lingue.

Sarah Talita Silvestri (Palermo 1982) vive a Bra, in provincia di Cuneo. È laureata in Archeologia e Storia antica presso l’Università degli Studi di Torino, si occupa di numismatica antica e collabora con associazioni culturali e musei; è docente presso la Scuola Secondaria.

 

© Fotografia di Pieter van der Meer / Tineke de Lange