Rosaria Ragni Licinio (Taranto, 1978) è scrittrice, pittrice e giornalista. Ha fondato il litblog Poesiaealtreparole e lavora in ambito editoriale. Alcune sue poesie sono presenti in antologie e riviste sia nazionali che internazionali, come ad esempio: Metafory Współczesności, (Polonia, 2018), Advaitam Speaks Literary Vol.3-Issue 2 (India, 2019), Frequenze Poetiche (2021), I cieli della preistoria. Antologia della nuovissima poesia pugliese, A. A. V. V. (Marco Saya, 2022), Fissando in volto il gelo, A. A. V. V. (Terra d’Ulivi, 2023). Nel 2021 è risultata tra i vincitori del premio di poesia Marco Di Meola. Interno rosso Marte (Gattomerlino/Superstripes, 2021) è la sua opera prima.
* * *
Nascere dall’acqua
nel DNA la deriva
il destino dell’incompiuto
o qualsivoglia vergogna
– la torre del lancio è alta –
resta la paura
e la terra così ansiosa
e la cultura radicata
– quel peccato immorale –
lasciarsi andare
senza sapere la morte.
*
Nessuna carne
la caduta del non essere
soltanto il rumore
la cosa che resta.
Chi muore non assomiglia a nessuno
– nomina l’inizio – ha un altro passo
tolti i giorni alla paura
ruba la notte e le infelicità
d’improvviso spargono stelle.
È successo anche a me
voler recitare la fine
e poi ricevere un pugno.
*
Il giudizio della madre si scontra
dove cade la distanza
e il parlare è cieco
si perde la sagoma di figlia
e la mano nella tasca insiste
il perdono, un cuneo nel petto
tornare bambina
che si svela tardi e scava
un altro sì, una nuova
data di nascita.
*
L’estasi è la nostra consapevolezza
un’altra esperienza del tempo ci fissa
e la schiera di rinnegati risponde
dentro la virtù una totalità
sta per punire l’incendio
l’uomo nudo è in conflitto con la luce
nasconde il marchio della fiamma.
Di questo taglio nessuno s’è accorto
l’isolamento di un dettaglio – la realtà –
l’ultimo vezzo prima di svanire.
*
Ogni giorno staccarsi piano
come le foglie d’autunno
che non sono morte
dimenticare la mancanza di luce
per qualcosa sulla terra
ancora restare.
* * *