Tiziano Fratus, “Agreste – Silvario in versi & radici” (Piano B Edizioni, 2023) – Anteprima editoriale

Attraversando le foreste della California, Tiziano Fratus (Bergamo, 1975) ha incontrato le sequoie e i pini millenari, primo seme di un percorso che lo ha portato a pellegrinare e a cucire i margini di una storia umana, arborea e spirituale e a coniare concetti quali Homo radix, Dendrosofia e Silva itinerans. Buddista agreste e nomade editoriale, Fratus ha scritto per quotidiani e periodici  e contemporaneamente ha composto un vasto silvario compreso “tra la carta e la corteccia”, opere di poesia, saggistica, viaggio, narrativa e fotografia pubblicate da editori di ampia diffusione e marchi indipendenti. Tra le sue opere si ricordano Alberi Millenari d’Italia (Gribaudo), Giona delle sequoie (Bompiani), Manuale del perfetto cercatore di alberi (Feltrinelli), L’Italia è un bosco (Laterza), Ogni albero è un poeta (Oscar Mondadori), Il bosco è un mondo (Einaudi), Sogni di un disegnatore di fiori di ciliegio (Aboca), Il libro delle foreste scolpite (Laterza), Sutra degli alberi (Piano B), I giganti silenziosi (Bompiani), Poesie creaturali (LDN), Manuale del giovane inventore di alberi e foreste (Gribaudo) e Agreste (Piano B). Ha ideato e condotto trasmissioni radiofoniche per Radio Francigena; attualmente è voce dei grandi alberi per Geo di Rai 3 e la serie di podcast Radio Arbor – Gli alberi parlano. Le sue fotografie sono state oggetto di personali mentre le sue poesie sono state sostenute da Versopolis, tradotte in undici lingue e pubblicate in venti paesi. Vive nella campagna piemontese ai margini di un bosco. Sito: Studiohomoradix.com

 

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GENESI TERRESTRE

 

Ogni volta che mi presento
alla terra è come fare all’amore,
ma non quell’atto rude, da
scortecciarsi, che ogni tanto
ci vuol pure, semmai l’incanto
delle ali che si sfiorano, che
si dipingono nell’aria al primo
sole della creazione, una genesi
dei profumi, un inchino al mare,
ma anche alla luna e ai vulcani.
Se posso dirti è un po’ come
educarsi a confinarsi, come
farsi pelle del mondo

 

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GOTICO PIANEGGIANTE

 

Sai perché le gazze scompaiono la notte?
Si coricano negli sguardi di coloro
che ammirano il paesaggio, sono uccelli
confessionali, prediligono nidi interiori.
Pare che certe famiglie possano abitare
presso lo stesso ospite per generazioni,
di fatto diventano animali assai longevi,
come cristiani imparano anche a ripetere
certe parole: piccolo dizionario volatile
di gazzese-italiano… … (cracra) … …

 

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IL CESTINO DI AMARENE

 

Le tue mani, colossali,
e il nostro paesaggio, carnale.
Le amarene scomparivano
nella tua bocca, come richiamate
da un filo, sentivo ancora
il tuo corpo caldo, sudato,
pronto a noi due, il cestino
quasi vuoto e gli ossi
sputati, qua e là. Se un pittore
ci avesse ritratto forse sarebbe
stato un Cézanne, ci pensi?
Appesi nostro malgrado
per sempre a una parete,
avvicinandosi i visitatori
avrebbero ricordato il sapore
dei frutti amarognoli in estate

 

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L’INGINOCCHIATOIO

 

E sai, alla fine è come quando restiamo
in silenzio di fronte al sole che diminuisce,
noi, seduti lì, dentro quel colore che cambia,
ogni tanto parli, ed io ti ascolto, non c’è
altro da fare, il mondo sta finendo e noi
con lui siamo ospiti per qualche battito,
le nostre anime infuse in un tè al sangue,
i tuoi capelli che invecchiano, rapidamente,
le mie mani che si induriscono, rapidamente.
Un gatto salta sulle ginocchia e si accoccola,
anche lui vuole partecipare alla nostra fin
du monde privata, toujours après nous,
ma non importa, basta il calore, basta ora.
Poi quando tutto sembra terminare ci guardiamo,
sorridiamo e ci diciamo: Ancora qualche battito,
Dio, magari, ancora qualche battito insieme