Paola Loreto è nata a Bergamo e insegna Letteratura americana all’Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato case | spogliamenti (Aragno 2016), In quota (Interlinea 2012), La memoria del corpo (Crocetti 2007), Addio al decoro (LietoColle 2006), L’acero rosso (Crocetti 2002), le plaquette Spiazzi dell’acqua (pulcinoelefante, 2008) e Ascesa (pulcinoelefante, 2018), e Avola – Volo (Luciano Ragozzino, 2019), le sillogi Conoscenza della neve (Poesia, gennaio 2012) e Transiti (Almanacco dello Specchio Mondadori 2009), oltre a una silloge di poesie sulla montagna (Premio Benedetto Croce 2003) e numerosi testi in rivista e in volumi collettanei. Ha pubblicato studi sulla poesia di Emily Dickinson, Robert Frost e Derek Walcott. Traduce i poeti americani e collabora con varie riviste di studi americani italiane e straniere.
* * *
Qualcuno penserà a me
quando questo addome
sdolorerà a morte. Mi
affiderò come fosse
a una madre che mi
ha partorita: come fosse
a una madre che mi
cinge alla vita e non mi
lascia andare – ancora –
in quel tunnel d’amore.
*
Portiamo addosso
questi marchi evidenti
impressi a fuoco, nella carne.
Il polpastrello che tasta
non coglie attrito triste
che non sia la pelle
in arrendevole rilievo.
Forma d’amore.
Ma la memoria.
La nozione (quella sì)
dello strazio
di non sapere salvare
chi è straziato
e ci ama – questo sì
ci straccia.
Consegna filamenti
di mente al vento.
Ci finisce secondo
la legge del mondo.
Dà nomi alla vita
(madre, padre,
sorella).
*
Adesso non c’è più nessuno
qui e siete tutti insieme
forse. (Non è mai stato così
incerto dove e come.) E se
sia così giusto che i morti
non smettano mai
di morire.
*
riposatemi dentro
come non foste mai stati
astiosi come non foste mai
stati assediati d’ansia
assetati di gioia
*
Io non lo so
dove siete finiti
tutti.
Ma in questa luce
in quest’aria di niente
qualcosa
qualcuno
c’è.