Nazim Comunale
Inediti
Prove tecniche di mortalità
I
Vivo una malinconia
che mi precede.
II
L’ascia del sole
non ci risparmierà il prossimo affanno,
solo briciole nell’oblio della Storia,
interstizi stellari, archivi senza memoria.
Che ne è stato della sete, della gloria?
Le lucciole lo sanno:
il buio è dove finiranno tutti i progetti,
polvere di foglie e rami secchi
il luogo per i nostri calendari.
In una scatola sciocca infili tre parole,
un filo di perle d’ansia, specchi rotti
e un vocabolario pieno di gente, di sospetti.
Che fai, scrivi?
Come ti permetti?
Tacere basta,
sparire perfettamente,
allagare i chiostri, sprangare le finestre.
III
I tuoi delicati marchingegni azzurri:
come se faticare a sorridere fosse una colpa.
Siamo orfani
e il cielo non raccoglie i semi di questa pioggia
che si annuncia, si annuncia
e non arriva mai.
IV
Nascondeva il respiro
sotto il bavero
del cappotto nero.
Si affannava in un città magra, composta
ferma in una luce
nitida, stupita.
Cuore dimenticato,
strada in salita.
Memoria, guancia destra del fiume, sassi.
Eppure questo giorno era vero.
Prima di perdere
anche l’eco
dei suoi passi
Fotografia di proprietà dell’autore.