Irene Santori – Inediti

Irene Santori (Roma) è poetessa, saggista e traduttrice. Di prossima uscita il suo romanzo d’esordio Tah’eb. Simone il Mago (Castelvecchi). Ha pubblicato il volume Jean Racine. Poesie Sacre: Cantiques Spirituels e Hymnes traduites du Bréviaire romain; introduzione, traduzione e commento (Olschki, 2008) e le raccolte poetiche In tempo e disparte (Gazebo 2006), Hotel Dieu, (Empiria 2016, Premio Lorenzo Montano opera edita, 2018), Il Libro dei Liquidi – The Book of Liquids (Aragno, collana Parallela, 2021). Dirige per Nino Aragno Editore la Collana Bilingue di Poesia Parallela, di cui quest’ultima pubblicazione è l’atto di nascita, e Parallela Album (un fuori formato pensato per l’incontro tra testi poetici e arte visiva), entrambe ideate durante un lungo periodo di permanenza in Cina, quale Poeta Residente presso la Sun Yat Sen University di Canton, nell’autunno del 2019.

I suoi testi poetici sono tradotti in inglese, spagnolo, portoghese, tedesco, cinese (tradotta da Yang Lian).

È autrice e conduttrice di Radio3-Rai (Uomini e profeti-Storie, Vite che non sono la tua, Wikiradio) e della Radio Svizzera Italiana (Laser).

Al 2002 risale l’incontro cruciale con il maestro dell’arte informale italiana Vasco Bendini (Bologna 1922-Roma 2015). Ricopre la carica di Presidente dell’Archivio Vasco Bendini e pubblica saggi di critica d’arte contemporanea.

 

 

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sapete nulla

di quella

nave

presa nel gorgo del maremoto giapponese?

Stamane all’alba
mi son svegliata sopra
di lei.
E la costa temevo più del suo opposto.

Eppure mi pare
pregassi così
‘oh, vi supplico di dare
all’etiope uno sbocco a mare!’

 

 

*

 

Corvo femmina

 

non volava
e più mi avvicinavo
più piccolo era e piccolo gli ho detto e oh
ho alzato gli occhi al ramo ed
           efferata
ho visto lei che mi vedeva
allontanarmi
appena pochi passi e becco e artigli
da dietro mi ha piantato tra i capelli
fuggendomi davanti che fuggivo
             un arco in cielo e giù
              ancora mi ha colpita
a sangue.
Ma io non avevo!
anzi.
avevo solo, allontanarmi. e oh.
Allora perché lalama
perché lamamma allora
ancora ancora

ferirmi?

 

*

 

notte coetanea
muscoli involontari
dal ciondolo dell’occhio sento scendere
la schiusa dei ragni.

Sono pronta per il giorno più corto dell’anno

 

*

 

Praxis VII

ti sfido
a dare la caccia al mio neo
a sud della mia villa.
Fai scalo dai e risali
santa mia patrona e troverai
lì l’asilo, lì la mensa e la materna,
lì l’arco e la cisterna
.
Ti amo amica mia furiosa e spinta
paleo meso neo
lingua

 

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© Fotografia di Nicola Lettieri.