Francesco Costa, originario di Belluno e laureato in Scienze Internazionali e Antropologia, vive e lavora a Venezia. I suoi versi sono apparsi in numerose riviste (Poetry Factory, Il Visionario, L’Altrove, 210A, Atelier, LaboratoriPoesia, Asterorosso, Poesia Ultracontemporanea) e nell’antologia Inno all’Infinito curata da Bruno Mohorovich (2021, Bertoni). Scrive pezzi di prosa fantastica per Il cucchiaio nell’orecchio e le sue opere di fotografia e pittura sono raccolte nel sito www.thisminimalshit.com. È autore del fantasaggio satirico-filosofico Manuale di filosofia fantastica (2022, Link) e delle raccolte di poesie Cipango (2020, Ensemble), La Foresta dei Cedri (2022, Ensemble) e Castigo (2023, Nulla Die).
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Canzonetta del dolore carsico
Ho disegnato distanze
percorribili
tra due guerre,
coltivato silenzi
innestato assenze
su tronchi ridotti
all’altezza d’un ventre
dalle bombe a grappolo
dei tuoi sorrisi
disegnato distanze
piantato dolore
dove la terra è umida
dove tutto è umido
e a vent’anni ci si spara
disegnato distanze
coltivato pietre
per coprire sepolture
dove tutto è sepolcro
dove tutto è sepolto
i miei passi sono un mortaio
che spara a vuoto nella notte
il mio torace una foiba
ho cercato nei confini
e i reticolati di un’estate
nelle trincee di un corpo
scavate con le unghie
nelle pance aperte
e l’intestino srotolato
per orientarmi
nel labirinto vuoto
c’è una spada a terra
un muggito, distante
di dolore, nel buio
della cortina di ferro
di fumo e di guance
dei posacenere colmi
di futuri consumati
sulla punta delle labbra
non è rimasto niente
nelle fotografie dei tuoi nonni
nel sangue, nei boschi
nelle capitali
oltre montagne
nelle viscere
non è rimasto niente
un grande ossario pesa
sulle vastità della terra
tutto è dimenticato
i miei passi sono un mortaio
che spara a vuoto nella notte
il mio torace una foiba.
Ma non mi spensi qui.
(Gorizia, 2023)