Evaristo Seghetta Andreoli – Inediti

Evaristo Seghetta Andreoli è nato nel 1953 a Montegabbione (TR). Studi classici e giuridici, bancario di professione, compone versi sin da giovanissimo. Le sue pubblicazioni: I semi del poeta (prefazione di Patrizia Fazzi, Polistampa Editore, 2013). Inquietudine da imperfezione (presentazione di Franco Manescalchi e prefazione di Giuseppe Panella, Passigli Editore 2015) – Premio Firenze Mario Conti Fiorino D’Oro (2015); Premio Internazionale “Mario Luzi” (2017) – Roma.  Morfologia del dolore (presentazione di Carlo Fini, Interlinea Editore, Novara, 2015). Paradigma di esse (presentazione di Franco Manescalchi e prefazione di Carlo Fini, Passigli Editore, Bagno a Ripoli, 2017) – Premio Certamen Apollinare Poeticum Pontificia Università Salesiana di Roma (2018); Premio Città di Sassari (2018); Selezione Finalisti: Premio Camaiore, Premio Gozzano, Premio Prato Poesia. In tono minore (prefazione di Sauro Albisani e postfazione di Flavia Baldi, Passigli Editore Bagno a Ripoli Firenze 2020); Premio Cecco d’ Ascoli (2021) Ascoli Piceno; Nella cinquina dei finalisti al Premio Gradiva Publications (2020) e al Premio Gozzano (2020). Il geranio sopra la cantina in corso di pubblicazione per Puntoacapo Editrice (2023). Testi e recensioni delle sue opere sono comparse in quotidiani e riviste letterarie italiane e straniere, tra cui La lettura del Corriere della Sera. Alcuni suoi testi sono stati pubblicati in varie antologie tra cui I poeti del centro Italia (2019) curata da Bonifacio Vincenzi; Il fiore delle lacrime (2020) e Breviario del tempo (2023) curate da Vincenzo Guarracino; Emilia Romagna (2020) curata da Giorgio Montanari; Distanze Obliterate edita da “Puntoacapo” (2021).  Egli fa parte dell’Associazione Culturale Pianeta Poesia di Firenze, dell’Associazione Tagete di Arezzo e dell’Officina delle Scritture e dei Linguaggi di Perugia. Organizzatore del Casteldifiori Poesia Festival. Collabora con riviste letterarie ed è membro della Giuria del Premio Letterario Internazionale Assosinderesi. Più volte ospite di varie rassegne letterarie tra le quali “Modena Poesia Festival 2019”.

 

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Capitoli chiusi

 

I

A forza di chiudere capitoli
ci ritroviamo all’indice del libro.
La raccolta di una vita è tutta
qui nel peso delle pagine, nella
loro stratificazione. Un incanto
e un’emozione procedere in questo
viaggio che sembrava senza fine,
però si chiudono sempre in sordina
quegli episodi, anche quelli che lasciano
tracce vive nella memoria, quelli
per noi importanti e per la sola nostra
piccola storia.

Si chiudono a notte fonda allorquando
la stanza sprofondata nel silenzio,
quando le stelle si spengono a una a una
come le spie dell’olio e della benzina
sul cruscotto.

Ma è quasi mattina, non ci sono
più pagine da sfogliare, ora restano
solo un codice a barre oltre a un’anonima
biografia in quarta di copertina.

 

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II

A me rimangono solo gli olivi.
Con loro parlo a lungo, rispondono
quando si alza il vento o quando la pioggia
colpisce le foglie.

Vale la pena aspettare perché
il loro è un racconto atipico.
Lo spirito epico è mantenuto
dal tempo, non ce n’è pari nel suono
e nel sogno.

Il tronco si avvita nella spirale
barocca e dalla torsione sofferta
dei rami pendono tutte le mie
incertezze.

 

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III

A volte ancora scrivo, anche durante
questa siccità del clima e non solo,
non è vero come si dice in giro
che abbia smesso.

Scrivo qualcosa sul bordo del foglio,
dove lo spazio è breve e ripenso
alla neve che ormai non cadrà più.

Quella neve che sa di poesia
che lascia sulla via della vita
il candore perso da troppo tempo.

Scrivo poco è vero e raramente,
giusto per saggiare fino a che punto
possa giocare col mio destino,

anche in questo bel mattino, nel pieno
dell’estate, allorquando fra le zucche
dell’orto, farfalle bianche imitano
la neve.