Mahmud Darwish, Non scusarti per quel che hai fatto Darwish è stato uno dei poeti palestinesi più importanti del Novecento,...
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Carlo Di Legge Tra cinema e filosofia, azione e simbolo: riflessioni su L’età degli eroi, di Edoardo Sant’Elia “Se...
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A un primo sguardo i versi d’esordio di Giuseppe Martella potrebbero richiamare quel divertimento palazzeschiano con la parola che si...
«Camminando si fa il sentiero…»
Nota di lettura a Breviario per vagabondi di Giorgio Sica (Giuliano Ladolfi, Collana Perle, dicembre 2017)
di Eleonora Rimolo
Il vagabondaggio è una condizione poetica essenziale che Giorgio Sica dichiara a gran voce di vivere fin dal titolo di questa sua silloge, Breviario per vagabondi, pubblicata da Giuliano Ladolfi per la collana Perle nel dicembre 2017: come un flâneur spinto dall’intima necessità di un’indagine senza posa sulla propria interiorità, nella prima sezione della sua raccolta si mostra inquieto, dolente. Il libro si apre con un testo di morte e allo stesso tempo di rinascita, in cui il Soggetto tenta con un gesto estremo e definitivo di liberarsi della prigione del proprio corpo per tendere e raggiungere l’Assoluto, attraverso uno Streben che mira ad un rapporto di reciproca appartenenza con l’Infinito, con lo Spirito del mondo:











