Maria Grazia Galatà Khamsin (frammenti di scrittura) Marco Saya Edizioni, 2021 . Poesia epifanica, figlia dell’immagine e messaggera della parola,...
Michele de Virgilio, Tutte le luci accese – Poesie 2011-2017, Ladolfi 2018Nota di lettura di Alfonso Guida Qui non si...
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LA SISMA E AL SPE? (Il Vicolo, Cesena 2019)
Lettura di Clery Celeste
Alex Ragazzini in questa delicatissima rosa di quartine in dialetto romagnolo “L’ansietà e le spine” tradotto in italiano, pubblica Il vicolo (Cesena, 2019), affronta con capacità tecnica il sottile limite tra piacere e dolore.
La rosa è infatti il simbolo per eccellenza che manifesta bellezza e rischio; la rosa è bella da toccarne i petali, da annusarne il profumo ma ti ferisce se ti avventi incauto, si protegge con una linea verticale di spine. Questo di Ragazzini pare il percorso in versi di una formica che risale lo stelo: come spina dopo spina le poesie si snodano in una fatica che ha un sapore dolce-amaro, di tensione fisica fino al morbido dei petali. “Che cosa è che così ci danna/ Uguale al male infine?/ La fitta che ci pare lontana/ Il lieve toccarci delle spine.” Nelle poesie di Alex Ragazzini il poeta è un uomo piccolo, minuscolo, che si mette al servizio della bellezza. Pare che il poeta qui abbia una lingua tutta sua, ritirata al necessario, fatta di nodi semantici centrali, di pianeti attorno cui ruotare incessantemente. Pare una stessa poesia riscritta, rivoltata infinite volte. Ma cosa è la voce del poeta se non un cercare quel suono che rende riconoscibile la richiesta? Ragazzini con queste quartine risponde concentrandosi sui temi come “ansia, dolore, guadagno, giovinezza e vecchiaia, amore e perdita”, ci dice lui stesso dalla nota finale al libro.
L’opera, come l’autore medesimo intende chiarire da principio, trae nome dalle parole di Ernesto De Martino: il rimorso, come espresso,...
Canzone del padre – Luca Brescani (Lietocolle 2018) “Canzone del padre” è un lavoro sul linguaggio del perdono, sulla storicizzazione...
Comincio questa mia recensione della coinvolgente raccolta di Tiziano Broggiato intitolata Sorvoli (Luigi Pellegrini, 2023, p. 118) citando per intero...
Silvae, Gabriella Mongardi, Ladolfi editore, gennaio 2019 Silvae di Gabriella Mongaerdi è un libro costruito con grande eleganza a cominciare...
Terra. Scavare portando in superficie le radici. Cercare tra le pieghe del paesaggio l’impulso, conoscendo l’enigma. Abbattere. Con il cemento...
«Camminando si fa il sentiero…»
Nota di lettura a Breviario per vagabondi di Giorgio Sica (Giuliano Ladolfi, Collana Perle, dicembre 2017)
di Eleonora Rimolo
Il vagabondaggio è una condizione poetica essenziale che Giorgio Sica dichiara a gran voce di vivere fin dal titolo di questa sua silloge, Breviario per vagabondi, pubblicata da Giuliano Ladolfi per la collana Perle nel dicembre 2017: come un flâneur spinto dall’intima necessità di un’indagine senza posa sulla propria interiorità, nella prima sezione della sua raccolta si mostra inquieto, dolente. Il libro si apre con un testo di morte e allo stesso tempo di rinascita, in cui il Soggetto tenta con un gesto estremo e definitivo di liberarsi della prigione del proprio corpo per tendere e raggiungere l’Assoluto, attraverso uno Streben che mira ad un rapporto di reciproca appartenenza con l’Infinito, con lo Spirito del mondo:
Stefano Vitale Si resta sempre altrove Prefazione di Alessandro Fo. Postfazione di Alfredo Rienzi puntoacapo, 2022 . In questa...