Salvatore Ritrovato (1967), poeta, critico, docente universitario. Ha pubblicato le raccolte di versi Quanta vita (1997), Via della pesa (2003; n. ed. 2015), Come chi non torna (2008), Cono d’ombra (2011), L’angolo ospitale (2013). Fra i suoi lavori critici: Dentro il paesaggio. Poeti e natura (2006), La differenza della poesia (2009), Piccole patrie. Il Gargano e altri sud letterari (2011), All’ombra della memoria. Studi su Paolo Volponi (2014), Studi sul madrigale cinquecentesco (2015). Le poesie qui presentate sono tratte da Radure e fughe. Poesie disperse, trovate e nuove (Arcipelago Itaca, Osimo, di prossima pubblicazione).
Salvatore Ritrovato
Quello che non puoi togliere
(inediti)
Un giorno, vicini alle nubi
Il viaggio fin qui è stato senza grazia, e ora?
Nel posto all’alba assegnato
immerso in un sogno scivola un fantasma:
quello di un cervo, l’ultimo bersaglio.
Batte uno zoccolo: cerca le rovine di un paesaggio.
Ma oggi le risorgive portano altrove, nel guanto
rivoltato di un paese vicino alle nubi
fra tappeti d’erba e correnti d’aria mite;
e non è il paradiso che si apre, ma un boato
di aceri schiantati, un raschiare di fanali
ardesia al tramonto e incudini nel fango.
Oggi altro è il suo respiro, altro l’orrore sulla terra.
Fra non molto crollerà senza bramito, straniero
a noi e alla poesia, e qualcuno ricorderà: io c’ero.
L’isola
Un giorno su quest’isola il vento cadrà beffardo.
Porterà sabbia sui vestiti e il mare
restituirà una schiuma di parole rotte dalle onde.
Porgerai l’orecchio: neanche una brezza dal molo,
nessun frullo di correnti, solo silenzio.
Fumare una sigaretta sarà una cosa vecchia:
la tua ‘ultima’ volerà via come una foglia secca.
Su quest’isola, qualcuno un giorno troverà macerie,
gli stagni asciutti, un pozzo che scende
nel cuore stanco di una civiltà perdente.
Su quest’isola nessuno parla più la lingua di un tempo,
anzi nessuno parla più, resiste qualche ombra
appesa a un chiodo come ricordo di un altro mondo.
Su quest’isola ti avrò aspettata a lungo.
Come una soglia fra noi che il tempo nasconde
quest’isola dona ai fantasmi un’altra vita:
chi vi approda cerca l’eternità in un giorno
chi salpa lascia ogni illusione sulla battigia.
O forse era già tutto deciso in quel fondo di caffè
(“cercando un’isola, ho trovato te…”),
ma era l’ultima reliquia, non un nuovo orizzonte.
La casa dei venti
C’è una casa in cui i venti tornano e non è lontana da qui.
Certi giorni è a portata di mano: ne senti i sospiri, i silenzi, i sì.
Appena fiuti la pioggia dietro il sole
lascia fuori il vento, tutto è alcova e altrove:
i tuoi capelli, il tuo sorriso negli occhi
l’ombra che sbraccia sulla parete e scivola nella notte
come un secondo corpo che non ci appartiene
il sangue che preme contro la pelle, nelle vene.
Questa casa di venti senza casa me l’hai lasciata negli occhi
solo a ricordarla, e non ha più finestre
che raccoglie le voci della strada, i pensieri degli uomini,
i sogni di chi torna e di chi arriva.
Dal tuo sorriso non deve più ripartire.
Salvatore Ritrovato (1967), poeta, critico, docente universitario. Ha pubblicato le raccolte di versi Quanta vita (1997), Via della pesa (2003; n. ed. 2015), Come chi non torna (2008), Cono d’ombra (2011), L’angolo ospitale (2013). Fra i suoi lavori critici: Dentro il paesaggio. Poeti e natura (2006), La differenza della poesia (2009), Piccole patrie. Il Gargano e altri sud letterari (2011), All’ombra della memoria. Studi su Paolo Volponi (2014), Studi sul madrigale cinquecentesco (2015). Le poesie qui presentate sono tratte da Radure e fughe. Poesie disperse, trovate e nuove (Arcipelago Itaca, Osimo, di prossima pubblicazione).
Fotografia di proprietà dell’autore