Griselda Doka è nata a Tërpan, Berat (Albania) nel 1984. È Dottore di Ricerca in Studi letterari, linguistici, filologici e traduttologici presso l’Università degli Studi della Calabria. Attiva come operatrice culturale, organizza e partecipa ad eventi sul territorio ed è membro di varie giurie letterarie. Oltre alla sua lingua madre, scrive anche in italiano. Ha pubblicato Soglie con Aletti Editore nel 2015, la silloge bilingue Solo brevi domande esiliate (Fara Editore 2015), Dimentica chi sono (Fara Editore 2018) e l’ultima raccolta Il leggero transito delle parole (Macabor Editore 2023). È presente in varie antologie nazionali e internazionali. Ha vinto vari premi letterari, tra cui il Premio della Critica al Poetry Awards a Napoli 2016, Scrivere Altrove, Cuneo 2018, Premio Internazionale L. S. Senghor 2018, Faraexclesior 2018. Sue poesie sono state tradotte in albanese e in russo. Collabora, inoltre con diversi progetti di traduzione professionale e letteraria dall’albanese
in italiano e viceversa. Vive e lavora in Calabria come docente di lingue e mediatrice interculturale.
* * *
Della Calabria mi fido appena
inizia a soffiare lo scirocco
su letti secchi di fiumi
senza motivo così come in piena
all’improvviso zia Rosina prepara il caffè
dopo la pioggia torrenziale
mi segue con lo sguardo dietro i vetri
quando sente il ronzio del motore in affanno
come a fine della giornata più dura
le faccio un cenno a testa bassa
o un grido alla paesana
quando intravvedo ancora la speranza
In ogni caso lei ha pronto un caffè
*
Forse non siamo stati capaci di ascoltare
non siamo stati capaci di comprendere
e amarci a sufficienza
o quantomeno più a fondo
di accettare l’Altro
come la nostra identica copia
anche nelle più autentiche menzogne
Ce l’avevamo sulla fronte
il fallimento del trovarsi
nei luoghi e nei tempi sbagliati
non saper decifrare nessuna coincidenza
messa lì in agguato
manifestate illusioni ci hanno spinti
ad innamorarci della sfida perpetua
per vincere il riflesso
di noi stessi davanti allo specchio
*
Avevo fatto un insolito sogno
uno di quelli realistici alle 3 o 4 del mattino
quando tocchi il cuscino e pensi
me lo ricorderò sicuramente
allora richiudi gli occhi per bene
ma tutto svanisce in quell’istante senza tempo
ricordo, mio malgrado, di essermi vista
con ali di farfalla
con il compito di accudire
la bambina più bella del mondo
con una bocca così rosa
e degli occhi così neri
e un vagito straziante
che mi richiama da anni
© Fotografia di Nicola De Santis