11.

PRODIGIO

Prodigio del tutto, nato dal nulla

il giglio profumato spunta dalla sterile sabbia.

Sospinta da un segreto impulso

una coppia di colombi migratori

dal tetto s’invola verso il cielo:

soavi animali rivestiti d’intelligente grazia.

O Signore,

dammi la pienezza dell’anima,

prestami la voce profonda per esprimere

la sconvolgente bellezza dell’Universo Tuo!

Soffia la vita, orienta il mio inno:

che diffonda anch’esso l’invito all’eterno,

come l’impronta sacra

della Tua multiforme natura.

Il sole calante sul mare

ne traccia ancora la via regale,

mentre le piccole, umane lampare

scivolano verso l’infinito.

GLORIA

[In morte di Louis-Philippe, suo quarto figlio, a poco più di un anno di età]

O morte,

sei piombata su di lui

come un rapace:

era senza difesa,

io, sua madre, lontano…

Quando il dolore penetra l’uomo,

lo consuma.

Certi lutti afferrano l’anima

E lungamente il corpo ne risente…

Ormai, chi ero? Non lo sapevo più!

Muta, senza lacrime, di giorno,

nella notte diventavo lupa urlante.

Dappertutto, senza capire,

cercavo il mio piccolo:

Paesaggio di ceneri dove vivere

era soffocare.

Dio,

allora, pose sul piccolo volto freddo

la Sua Speranza:

«non è morto, dorme solo».

Mi si riaprirono gli occhi.

Sconvolto, tutto il mio essere

sentimenti, ragione, sensi –

si risollevò!

Lo accompagnava nella sua ascesa

Questa musica profonda

Che non mi lascia più:

È canto di gloria a Te, o mio Dio.

CHICCOLINO

[Tenendo in braccio il suo quinto figlio, Domenico Benedetto, detto “Chicco”]

Piccolo bambino mio,

tu scopri il mondo

inquietante, sconvolgente,

nuovo

nel calore delle mie braccia.

Chiccolino!

Mio chicco di grano,

mia polvere d’oro.

Tu prolunghi il mio corpo.

Io ti stringo a me,

tu sbadigli…

e sospiri di benessere.

La lupa allatta i suoi piccoli

Coricata per terra, la testa pendente,

gli occhi socchiusi

e la giumenta li fissa lontano…

Io, chinata verso di te,

piccolo d’uomo,

ti contemplo, meravigliata;

mentre bevi la forza,

i tuoi occhi sommersi nei miei,

con avidità ti nutri d’Amore.

Più tardi, non lo sai,

dietro il viso dello sconosciuto, dell’amico,

della donna che amerai,

ombra discreta e serena,

sarò lì

senza che tu mi riconosca.