108.

Insetti delle Madonie

o forse siamo noi insetti

che vivono in un luogo quasi desertico

lontano e freddo

con livree da antichi, medioevali

o forse siamo noi al riparo dall’umanità che ci calpesta

o forse siamo noi con le antenne marroni e corpi nerastri

a solcare resti di erbe, rocce e sassi

a ricamminare percorsi rituali

del tutto uguali a quelli dei nemici di sempre

come quelli dei nostri prozii o dei pronipoti

forse siamo noi a vivere perché così ci è capitato

e dopo non ci sarà capitato più

a fare ciò che da sempre sappiamo

a morire come sempre, come è sempre stato

o forse siamo noi a vivere tra noi

nei nostri mondi relativi, dove ogni angolo

ci è noto e ogni comportamento dovuto

ma più spesso risaputo

o forse siamo noi, nascosti la maggior parte del tempo

sotto terra, sotto un sasso, dentro il secco

di un legno, a non venire mai troppo allo scoperto

per non giocarci l’anima come fossimo a tressette

o forse siamo noi che ci ergiamo verso l’alto

di quel poco che basti a non strisciare

siamo noi gli insetti e tutti gli altri

ci osservano coi grandi cervelli

o forse non grazie a noi per adesso

la guerra ci ha schivati

o forse noi insetti delle Madonie

siamo più che altri, insetti delle Madonie

con tutto il rispetto, s’intende.

*

Non posso mettermi al riparo.

Organizzate nel computer le cartelle

menzionati presidenti e dittatori

ricalco con lettere le cose 

non posso dire di capire davvero

ciò che accade, so solo che si scuote

gonfiando, l’indicibile

che non posso in ogni caso

interrompere la catastrofe

con le mie mani inadatte 

né coi pensieri, né con le parole

non posso mettermi al riparo 

se non accettando la finzione 

che nulla stia accadendo per davvero

ma quello specchio si frantuma ogni momento

(L’intelligenza si ribella ma non serve)

*

Come spieghi

mentre ce ne stavamo piuttosto

tranquilli magari troppo

a pensare ai fatti nostri magari troppo

come spieghi che uno, là in mezzo tra l’Europa e l’Asia

decide che la tranquillità non faceva al caso suo

che le cose non gli andavano abbastanza bene

forse

che doveva inventarsi qualcosa per diventare

importante, più importante di quello che era

importante, più importante.

Ora che l’orrore travalica dagli schermi delle nostre televisioni

essendo vero qui di fianco qui vicino non lontano

come faccio a sentire questo, a contenere

che vorrei fosse un tenere insieme un tenere stretto

stretto con affetto, forse con abbraccio

ma un abbraccio che non possa soffocare

Come spieghi che se pure sono mille miglia lontano

da tutto questo prevaricare vorrei rimanere così

così lontano ma non posso fare finta

non riesco a girare gli occhi altrove

mentre tutto suggerirebbe di farlo.

Come spieghi che non è nelle mie mani nessuna soluzione

eppure però che qualcuno la trovi, questa soluzione

ma che sia presto

prima che tutto questo orrore ci venga a noia

che lo sguardo si giri altrove così che i bruti

possano tranquillamente finire di arraffare.