Umberto Piersanti (Urbino, 1941). Ha pubblicato numerose raccolte poetiche tra le quali I luoghi persi (Einaudi, 1994), Nel tempo che precede (Einaudi, 2002), L’albero delle nebbie (Einaudi, 2008), Nel folto dei sentieri (Marcos y Marcos, 2015) e Campi d’ostinato amore (La nave di Teseo, 2020), con la quale ha vinto il Premio Saba 2021 e il Premio Speciale Camaiore 2021. Tutte le raccolte precedenti le tre sillogi edite dalla Einaudi sono uscite in un unico volume dal titolo Tra alberi e vicende (Archinto, 2009). Nel marzo 2022 Crocetti editore ha stampato una nuova edizione de I luoghi persi con una sezione di dodici inediti e la prefazione di Roberto Galaverni. Nel 2024 è uscita la ristampa de L’urlo della mente per Samuele editore. Nel 2025 è uscita l’antologia L’isola tra le selve (poesie 1967-2024), curata da Massimo Raffaeli, presso Marcos y Marcos. È anche autore di romanzi, libri di racconti e di alcune opere filmiche. È presidente del Centro mondiale di poesia Giacomo Leopardi di Recanati.
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Jacopo dentro l’acqua
e come stai nell’acqua,
nuotare è un’altra cosa,
tu ci cammini dentro
e ti ci muovi
come un queto animale
dei miei fossi,
la verde raganella,
il lento granchio,
fluttuano i tuoi capelli
come al fauno,
fauno-fanciullo mite
e innocente
ti circondano i monti
e viene sera,
la madre chiusa
e stretta sulla riva,
io che ti chiamo
e urlo,
ma tu non temi
il freddo,
non temi il buio,
gli altri son tutti qui
nascosti dentro i teli,
tu rimani nel lago,
solo, riverso
con la faccia al cielo
guardo spesso il tuo volto
dentro l’acqua,
ogni piega si scioglie
e rasserena,
un’altra storia narra,
un’altra vita,
la tua che ti spetta
fuori del male
Luglio 2000
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Marika
e camminavi curva
sulle mele,
poi la madre invochi,
la vuoi accanto,
Marika bambina delicata
il vento sbatte forte contro i muri,
sparge frutti tra l’erbe
alza rosso terriccio
sopra l’orto
e t’aggiri d’intorno
nello spiazzo,
dopo scende la luce
e ti rinchiudi,
ti serri dentro l’auto
tutta sola,
ascolti le canzoni
borbotti e gridi,
i monti sono cupi
i greppi fondi
e vennero le lucciole
di maggio,
brillavano a milioni
tra l’erba e l’aria
e tu ci passi in mezzo,
senza badare,
cosi assoluta e persa
la tua vita,
vivi come la foglia
dentro l’aria
di Jacopo mi chiedi
che non sai,
anche lui innocente
dentro il male
Febbraio 2000
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Jacopo e le cavallette
Jacopo inseguiva una cavalletta nei lunghissimi prati sotto Campo Imperatore.
“Jacopo, perché la insegui?”
“Gli voglio far male.”
“No, non devi farlo.”
Jacopo quasi la raggiunge, ma si ferma. Tutt’attorno è un vorticare di cavallette dalle ali rosse e turchine. Qualcuna gli passa vicino al volto o ne attraversa la spalla.
Jacopo adesso cammina lento dentro questo cerchio di voli e di colori.
È un semidio pagano, un piccolo fauno che si aggira tra i suoi campi.
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© Fotografia di Dino Ignani.


