Angelo Andreotti
Tra parola e mondo
Manni, 2021
pp. 120, euro 14,00
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In questi versi di Angelo Andreotti ci muoviamo dentro un Novecento struggente che non vuole ancora abbandonarci, in particolare nella omonima sezione della raccolta – Dorme il mondo/ ma dalle sue palpebre chiuse/ già affiora il chiaro, quel sogno che è l’alba. Una poesia dunque fortemente lirica e naturalistica, che visita luoghi ( Il suono di notte s’inquieta./ la laguna si arresta e inizia il vento ) e pensieri – L’abisso è in alto, nello sguardo ansioso/ dentro i suoi limiti, dentro i suoi debiti – e dunque anche pensosa e filosofica, in piena sintonia con la formazione e gli interessi culturali dell’autore. Il poeta parte dalla propria biografia per ricostruire identità e nascita della poesia ( Giusto il silenzio conserva la memoria… In quella casa dove iniziai il cammino… ) in analogia, anche qui, coi percorsi interni di molte grandi raccolte novecentesche, per poi soffermarsi a lungo sulle ragioni della parola e del silenzio ( ‘Il silenzio non è detto. Frammenti di una poetica’, è il titolo di un suo lavoro del 2014 edito da Mimesis) – Poiché il silenzio si rivela tacendo/ non c’è posto che gli sia dimora/ e inquieto vaga cercando quegli angoli/ in cui nascosto tu possa ascoltarlo. L’ultima sezione, intitolata Ciò che viene da fuori, è un omaggio a Zanzotto – che ci avvertiva dell’importanza di ciò che viene da fuori – e al grande fotografo Salgado ( I vivi abbracciano e cullano i morti.//,,,e altro non è da dire/ poiché la compassione è silenziosa ); una sezione che poi procede con meditazioni sempre più assertive e radicali. Una poesia coinvolgente e limpida, una lezione che resta.
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Antonio Fiori
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Testi
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IV / sez. Colpi a vuoto
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Ci sarà un giorno più onesto degli altri
con cui dovremo fare i conti, smettere
quell’esile e inutile sforzo
di resistere al tempo, concederci
invece al suo trascorrere operoso.
di nient’altro dovremmo occuparci
nient’altro che lasciare il tempo al tempo
e in segreto
chiudere il cerchio del nostro respiro.
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Molto si sciupa ignorando la morte
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X / sez. La macchia pura
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Il vento che a volte rivela
quanto lontano siano le voci,
oggi le tace al riparo di un muro.
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Nulla a tener compagnia a questa strada
rimasta da sola tra erbe abbandonate
e chiazze d’arsura nei prati.
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poiché i cammini si sono interrotti
e le voci nel vento non restano.
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VI / sez. Da ciò che viene da fuori
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Cammini e non ti raggiungi
fin quando i pozzi si inaridiranno,
così come la lingua che parli,
e avrai aride parole, troppo esatte
per dire tutto il bene che si perde.
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Angelo Andreotti è nato nel 1960 e vive a Ferrara, dove dirige le Biblioteche e gli Archivi dopo aver diretto per lungo tempo i Musei. Laureato in Filosofia, si è sempre occupato di linguaggi artistici dal medioevo alla contemporaneità. Dal 1985 ha scritto saggi su arti visive e letteratura, tra i più recenti: La Certosa di Ferrara accomodata a pubblico campo-santo. Circostanze paradigmatiche tra il 1811 e il 1452, in “Schifanoia”, nn. 52-53, 2017; In opera, in “Anterem”, VI serie, a. 41, n. 93, 2016; La cosa che si può perdere. Riflessioni sull’ammissibilità della poesia in Giorgio Caproni, in P. Garofalo e C. Demi (eds.), Omaggio a Giorgio Caproni, Piombino, Il Foglio, 2013; Il museo come bene relazionale, in F. Zanardi Prosperi (ed.), Musei a Ferrara. Problemi e prospettive. Atti del convegno di studio, Ferrara, Este, 2012. Al suo attivo ha tre monografie e numerose curatele di mostre. A partire dalla fine degli anni ’90 si è sempre più dedicato alla scrittura creativa e alla poesia, pubblicando: Porto Palos, Book, 2006; La faretra di Zenone, Ferrara, Corbo, 2008; Nel verso della vita, Ferrara Este, 2010 (intr. P. Vanelli); Parole come dita, Faenza, Mobydick, 2011; Dell’ombra la luce, Forlì, L’arcolaio, 2014 (intr. M. Bianchi e postf. D. Demetrio); A tempo e luogo, San Cerese di Lecce, Manni, 2016. Ha inoltre pubblicato i saggi Il silenzio non è detto. Frammenti da una poetica, Milano, Mimesis 2014, e Il nascosto dell’opera. Frammenti sull’eticità dell’arte, Italic, 2018, nonché la raccolta di racconti Il guardante e il guardato, Anghiari, Book Salad, 2015 (intr. F. Ermini e postf. P. Garofalo). Sue poesie sono presenti in antologie e riviste, sia cartacee sia on-line.