Sergio Bertolino, poesie da “Resistenza e sparizione” (Avagliano, 2023)

Dalla motivazione di Nina Nasilli al Premio PontediLegnoPoesia 2024, in cui Resistenza e sparizione si è classificato terzo:

«In Resistenza e sparizione di Sergio Bertolino si assiste alla manifestazione del punto misterioso in cui la lingua si fa linguaggio e la parola si fa poesia. Svolto in quattro partiture (di cui una in dialetto calabro), un flusso sonoro inquieto, che scaturisce da un’autentica istanza di ribellione, si dipana in un ritmo audace, scandito da “bave” di silenzio organico che isolano sintagmi di fulminante luminosità, e trova poi nell’esattezza semantica la rivelazione della Verità: che è – in forma di enigma – contemplazione e denuncia della dolorosa coscienza della condizione umana, percepita “fino all’osso abbarbagliato dalla stella”. Sfidando la solitudine e la stanchezza che derivano dal sentimento consapevole dell’esistenza, individuale e cosmica, il verso “Qualcosa, certamente. Qualcosa va salvato” si accende come luce-guida. Attraverso una composizione che sfrutta le risorse del paradosso, ciò che sostiene la resistenza a fronte della certezza di sparizione è la “cellula felice” dell’amore ardente per la vita (“io l’amo follemente / come si ama negli addii”), e per la lingua che lo può dire, anche quando essa è il silenzio della “non-parola” che fiorisce: allora, la risposta ai costanti interrogativi rivolti a sé e al Tu-interlocutore giunge dalla valorosa accettazione dell’oscenità delle ossa, spunto per “introdurre l’errore” in ciò che si vede “e con paura celebrarlo”, e dell’inverno “comeazzurro per salire”, o del buio che diviene punto “d’ancoraggio”».

 

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Dolce ridere in germoglio

la fede che rimane
con i passeri alle travi.

Perché, cessata una paura, siamo noi
quelle campane a sera,

scalee su cui l’orgoglio
inebetisce e muta voce.

Poi torniamo
assai veloci al dubbio, all’appetito.

Come un turbine sconquassa
l’esattezza dell’istante.

 

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Restano fuori gli orti
a fare appello,
lo strido della civetta, l’abbaiare dei cani.
Mercoledì è quel po’ di terra da vangare,
la strada dove affacciano i capanni,
o l’Invisibile impigliato a un palo
che vuole tersa questa vita.

 

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Nidiata di malombre.
Foga che un pensiero
di bellezza ha fatto più lupigna, se poi
lasciato il cantuccio vengo
a soffiarti con il sonno e l’amarezza,
insieme madre e padre nella speranza
che tu non cresca, vengo

e non ho sostanza, poco fuoco
di fianco a te che credi di crearmi
con la tua voce, babilonia di stranezze,
verde conigliera.

 

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Non c’è spiaggia, nessun bosco fiorito
per allentare questa rabbia perché bevo

e la Geenna ho conosciuto nel respiro
come volpe parolaia
che volevi fosse amore
e che invece era una gabbia.

Sono stanco (compatisci).
Chi ci pasce non ci salva
(compatisci).

Fino all’osso abbarbagliato dalla stella.

 

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Nella tua fame di radici,
non sai, non puoi sapere,
com’è perdersi umani
lì dove un raggio è smisurato,
la non-parola che tradisce.
Sono solo e vado a caccia.
Sono il suono. L’idea fissa.

 

 

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Sergio Bertolino è nato a Reggio Calabria nel 1984 e vive a Torino, dove insegna Lettere alle scuole superiori. Cofondatore e condirettore della rivista di poesia «Avamposto», ha pubblicato le raccolte di versi Chiave di volta (Nulla Die, 2018), La sete (Marco Saya, 2020 – Premio Umbertide XXV Aprile 2022) e Resistenza e sparizione (Avagliano, 2023 – 3° Premio PontedilegnoPoesia 2024).

 

Nina Nasilli è nata a Rovigo nel 1968; vive e lavora a Padova, dove si è laureata in Lettere classiche e ha avviato il laboratorio-studio “Atelier Interno 7”. Ha tenuto importanti mostre in Italia e all’estero (dalla grande personale “2N.Est” alla Galleria Civica “Cavour” di Padova nel 2013, fino alla mostra “Vólti lacerti” nel 2017 a Lugano), e collabora con poeti e scrittori per la realizzazione di volumi e preziose edizioni d’arte. Dirige per Book Editore la Collana d’arte “parolatracciaparola” e la Biblioteca del Vernacolo “foglie e radici”. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni: dalle edizioni del Pulcinoelefante ai libri artistici So che sei bella, anima mia! (Il Prato 2008) e Uovo nudo (Book Editore 2013), alla cartella d’arte Il cielo oggi non sta in piedi (Book Editore & Stamperia Barbato Venezia 2014), ai libri di poesia Imperfezioni moleste. E oltre (Il Prato 2008); TRA.DIS.CO trame di disprezzo coerente e licantropo (Book Editore 2010), Oasi criptate (con M. Gadez e P. Garofalo, Il Foglio Letterario 2012), Parabola d’amore (racconto in versi per il teatro) (Book Editore 2012), al buio dei nodi anfratti (Book Editore 2016, Premio Internazionale di Poesia “Città di Marineo 2016”). Con Book Editore anche i suoi due ultimi volumi di poesia, il primo libro in dialetto veneto polesano-pavano Tàşighe! (2017) e Prossimità (2019).

 

 

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