Robert Lahoda nacque a Trnava (Repubblica ceca) il 22 aprile 1974. Le tendenze letterarie le aveva forse ereditate dal nonno Zden?k Lahoda, traduttore e autore di romanzi polizieschi. Robert purtroppo, fin dai sedici anni, soffrì di una malattia neurodegenerativa causata dalla caduta da una roccia durante una gita scolastica. Nel 1994 pubblicò la raccolta di poesie Srdce a smích (Cuore e risate), alla quale, tre anni più tardi, fece seguito Pro Sn?hurku aneb Konec ho?kých konc? (Biancaneve ovvero La fine dei finali amari). L’anno successivo partecipò alla stesura della sceneggiatura per il film d’esordio di Marek Dobeš Sono stato un giovane intellettuale. Influenzato da Diane di Prima e altri beatnik, passò dalle rime classiche ai racconti poetici, come dimostra la sua raccolta del 2000 Jak m? život nakop aneb Jednou mi jedna ?ekla (Come la vita mi ha preso a calci ovvero Una volta una mi disse). Robert Lahoda è morto il 22 maggio 2016.
Robert Lahoda
Inediti
Traduzione dal ceco di Antonio Parente
*
Cinematografo Notte
steso sul letto guardando dalla finestra
un’altra giornata vuota chiuse in silenzio la porta
il cielo coperto di una glassa zuccherosa
per un istante completamente privo di nuvole
finché non ne scorsi una piccola in basso
rievocava un cavaliere Bajaj
oppure un bel giovane nella corsa regale di Slovácko
per poi dopo un po’ trasformarsi
in un pilota veloce Pony Express
sulla cui testa fischiano le pallottole
e finire come un vascello di morti
che vaga per tutti i mari e gli oceani
di alba in alba senza fermarsi
e con il capitano inchiodato all’albero maestro
poi scomparve
svanì e in cielo emerse la Luna
fragola di gelatina senza zucchero
un pallone che una pietra affilata squartò ai ragazzi
o un adulto malvagio
e ora mezzo sgonfio è fermo a terra
perché col calcio ho chiuso
e su quella luna splendeva la porta
la porta dei vincitori
o l’ingresso normale in un tunnel
come se ne trovano vari poco fuori Praga
finché non spuntò la tigre con le fauci spalancate
che si preparava ad inghiottire lentamente la luna
e così fece
ma ormai non sembrava più una tigre
perché la Luna era stata coperta da una tribù nomade mongola
così come le locuste riescono a coprire il sole
sull’albergo brillava una scritta al neon
giù qualche coglione iniziò a far rombare la moto
davanti all’albergo le grida degli ospiti ubriachi
e il tram sulla strada principale entrò in casa
iniziò a trascinarmi per i piedi
spensi il proiettore oculare
chiusi la finestra
e tutte quelle belle ragazze me le lasciai per la notte
quando sarò solo
P.S.
chiedete dove sono le stelle?
ad eccezione di una
che la Luna aveva sotto di sé come un dito
tutte le altre se la filarono da qualche parte
*
la mia esistenza
la mia esistenza si trova sul gradino più basso dell’utilità
sono il pagliaccio del teatro dei burattini
nascosto nella vecchia polverosa soffitta inutilizzata
della casa mezza demolita che domani o dopodomani sarà distrutta
perché bisognerà darle il colpo di grazia
sono il cane che non morde e non abbaia
sono il vaporetto con uno squarcio sulla fiancata
non può navigare lungo la Moldava e non va bene come ristorante
la caravella spagnola piena di tesori affondata in fondo al mare
il cui nome nessuno sa e nemmeno dove si trova
e quindi non diventerà ricco
un automobilista senza braccia e un ciclista senza gambe
un pedone che non sa dove andare
il moderatore muto di un programma di intrattenimento
il pilota d’aereo saldamente legato al Museo della tecnica
il peluche venuto definitivamente a noia al ragazzino
gettato in un angolo dove gode dei privilegi del primo calcio
se il rampollo è furibondo
un vecchietto centenario metà parenti del quale è già morta
e l‘altra metà l’ha messo in una casa di abbandono
dove vanno a visitarlo solo per i soldi
il pistolero che ha perso entrambi i pollici
il pendolo dei giardini di Letná che non pendola più
sono la sedia dimenticata nel gazebo in giardino
nel quale nessuno è mai finito negli ultimi cinquant’anni
l’alfabeto senza lettere il profumo senza fragranza e uno yogurt del 1974
il vincitore olimpico che nessuno ricorda più
il genio dimenticato che si è portato nella tomba la sua incredibile invenzione
il proprietario di un conto in una banca svizzera il cui numero era su un bigliettino
con cui per sbaglio si accese la sigaretta
e ora di quei sogni può solo fantasticare
il pagliaccio del circo che non fa più ridere
il giornale di ieri
il soldato senza esercito e senza guerra
un mago che ha perso sensibilità e le carte gli cadono dalla mano
e accidentalmente ha trapassato la sua assistente
l’artista scivolato sulla corda contento che può almeno camminare con le stampelle
la torta gelato lasciata troppo tempo che finisce per sciogliersi
e che a nessuno piace come cocktail
un wrustel rimasto al sole una settimana
il posacenere nella sala non fumatori
il tiratore scelto che ha perso entrambi gli occhi
l’automobile arrugginita allo scasso fuori città
la lettera che non arriva al suo destinatario,
il dono che nessuno riceve
la pistola senza munizioni
il pittore che ha finito i colori
lo scrittore senza idee e pensieri
e il poeta senza fantasia
la mia esistenza non vale quattro soldi
ma ti amo
Antonio Parente (1964) traduce testi letterari dal finlandese, dal ceco e dall’inglese. Ha pubblicato traduzioni di poesia contemporanea nelle riviste Atelier, Hebenon, Poesia, Semicerchio e Settentrione ed ha curato il volume Quando il sole è fissato con i chiodi – Poeti finlandesi contemporanei, ASEFI, Milano, 2002, nella precedente collana della rivista Hebenon. Ha sottotitolato un gran numero di film, anche per manifestazioni internazionali come la Mostra del Cinema di Venezia, il Festival di Milano e di Karlovy Vary. Inoltre, tiene corsi di traduzione letteraria all’Università di Firenze e di Turku (Finlandia). Come comeniologo si occupa della Panglottia e su quest’argomento ha pubblicato articoli e saggi su “Studia Comeniana et Historica” e su “Acta Comeniana”. È uno dei contributori dell’Encyclopaedia Comeniana, opera in due volumi di prossima uscita. Insieme alla moglie Viola Capková, ha vinto, su proposta del Suomen kirjallisuuden tiedotuskeskus (Centro di informazione per la letteratura finlandese), il premio nazionale per la traduzione letteraria del 2004 conferito dal Ministro della Cultura Finlandese.
Autore della biografia èIgor Malijevsky.
Fotografia di proprietà dell’autore.