Vita moderna e identità, analisi culturale e giocosità: la poesia di Rishi Dastidar fonde lirismo e audaci sperimentazioni linguistiche, cercando di dare senso al mondo e attingendo a formati, temi e prospettive che attraversano generi, tradizioni e culture. In “In my pocket” siamo semplici osservatori di una scena post-onirica, in cui si attiva una riflessione su ciò che resta della realtà. L’estratto da “A hobby of mine” è invece un catalogo di ossessioni, uno squarcio nel mondo contemporaneo in cui “la ripetizione è rivelazione”, come fa notare l’editore stesso della raccolta. Introdurre Rishi Dastidar nel panorama italiano significa offrire una nuova prospettiva sulla poesia contemporanea anglofona, capace di intrecciare riflessione civile, gioco linguistico e sguardo globale.
«In my pocket» è stata pubblicata originariamente nella silloge The Break of a Wave (2019) dalla casa editrice Offord Road Books ed è qui riprodotta in traduzione per gentile concessione dell’editore e dell’autore.
Il secondo estratto è stato pubblicato originariamente come parte della raccolta A Hobby of Mine (2025) dalla casa editrice Broken Sleep Books ed è qui riprodotto in traduzione per gentile concessione dell’editore e dell’autore.
Piero Toto
* * *
from The Break of a Wave
In my pocket
is the moment
I woke up
with you stroking
my left bicep,
gentle alarm clock;
a well-practiced
image of intimacy
from a redeye’s
soon again stranger.
But it isn’t;
time and touch
leave nothing apart
from a memory.
*
In tasca
conservo l’attimo
in cui mi svegliai
mentre mi sfioravi
il bicipite sinistro:
un risveglio tenero,
immagine d’intimità
ben collaudata,
da un occhio arrossato
di nuovo subito straniero.
Non è però vero:
tempo e tatto
non lasciano traccia,
se non un ricordo.
* * *
from A Hobby of Mine
[…]
A hobby of mine is finding me.
A hobby of mine is sitting in my New Yorker office and not writing for 40 years.
A hobby of mine is being overwhelmed by the futility of existence.
A hobby of mine is ragu, on top of lightly toasted sliced white bread.
A hobby of mine is translating Eugene Onegin into emojis.
A hobby of mine is doomscrolling after fucking.
A hobby of mine is drinking the tears of Julius Caesar while sitting on top of Trajan’s column.
A hobbyz of minez iz addingz an unnecezzary z to wordz.
A hobby of mine is saying “And a good moo to you!” to passing herds of cows.
A hobby of mine is rescinding my membership of the reality-based community, then applying to join again in a panic 37 hours later.
A hobby of mine is reading π out loud.
A hobby of mine is thwarting the passion between shop girls and barrow boys.
A hobby of mine is gobbets.
A hobby of mine is arguing that, away from its business successes, IBM as a brand did more to shape post-WW2 creative and civic culture than is recognised, and that its retreat from this corporate leadership has left us all impoverished, and that this state can be traced back to the ascent of shareholder value as the only variety of capitalism to achieve a dominant position in the global economy.
[…]
*
[…]
Un mio passatempo è ritrovarmi.
Un mio passatempo è sedere nel mio ufficio del New Yorker senza scrivere niente per 40 anni.
Un mio passatempo è sentirmi travolto dalla futilità dell’esistenza.
Un mio passatempo è il ragù, su una fetta leggermente tostata di pane bianco.
Un mio passatempo è tradurre l’Eugenio Onegin usando le emoji.
Un mio passatempo è divorare brutte notizie sul cellulare dopo aver scopato.
Un mio passatempo è bere le lacrime di Giulio Cesare mentre siedo sulla Colonna Traiana.
Un mios passatempos è aggiungeres “s” inutilis alle paroles.
Un mio passatempo è salutare le mucche in transito con un “buon muu pure tu”.
Un mio passatempo è annullare la mia iscrizione alla comunità fondata sulla realtà, per poi riscrivermi in preda al panico 37 ore dopo.
Un mio passatempo è leggere il π ad alta voce.
Un mio passatempo è soffocare i flirt tra commesse e venditori ambulanti.
Un mio passatempo è smontare pezzetti di testo.
Un mio passatempo è sostenere che, al di là dei suoi successi imprenditoriali, il marchio IBM abbia avuto un ruolo più significativo di quanto comunemente si riconosca nel plasmare la cultura creativa e civica del dopoguerra, e che il venir meno di questa leadership aziendale ci abbia impoveriti tutti e che questa condizione sia riconducibile all’affermarsi del valore per gli azionisti come unica forma di capitalismo capace di imporsi nell’economia globale.
[…]
* * *
Le poesie di Rishi Dastidar sono apparse su diversi canali, tra cui Financial Times, New Scientist e presso il Southbank Centre. La sua terza raccolta, Neptune’s Projects (Nine Arches Press), è stata selezionata per il Laurel Prize; una poesia tratta dal volume è stata inclusa in The Forward Book of Poetry 2024. Dastidar ha inoltre curato The Craft: A Guide to Making Poetry Happen in the 21st Century (Nine Arches Press) e co-curato Too Young, Too Loud, Too Different: Poems from Malika’s Poetry Kitchen (Corsair). Collabora come recensore di poesia per The Guardian ed è presidente di Wasafiri, la principale rivista internazionale di letteratura contemporanea. Ha anche realizzato un documentario per BBC Radio 4 sui legami tra poesia e pubblicità. La sua raccolta più recente è A Hobby of Mine (Broken Sleep Books).
Piero Toto è un poeta bilingue italo-britannico residente a Londra, dove lavora come traduttore e docente di traduzione. Le sue poesie in inglese sono apparse su lit-blog, antologie e riviste britanniche e internazionali. In Italia ha pubblicato la silloge tempo 4/4 (Transeuropa Edizioni, 2021) e collabora come traduttore di poesia britannica contemporanea con le redazioni di «Atelier» e «Laboratori Poesia». È inoltre co-editor della rivista di poesia multilingue «Atelier International».
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© Fotografia di Naomi Woddis.