Riccardo Delfino
Il sorriso adolescente dei morti
Prefazione di Antonio Bux
RPlibri, 2021
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Un bell’esempio di esordio felice, seppure tutto dedicato al doloroso tema della morte. Nonostante infatti provi ogni tanto qualche vago esorcismo, il poeta si rassegna alla fine alla morte quasi quanto alla vita. Interessante la grammatica di questa poesia per l’uso volutamente improprio dei verbi – transitivi, intransitivi e riflessivi – fino all’invenzione di un gerundio come ‘adolescendo’, che pure attinge dal latino ‘adolescere’. La raccolta si sviluppa con testi prevalentemente epigrammatici, fortemente evocativi, che racchiudono in pochi versi vite e morti di gente comune o di persone vicine all’autore (come nella poesia dolceamara I/II dedicata alla nonna del poeta – sei dolcezza mutilata/ dallo sterpo delle vertebre,/ dal tumore dei giorni) fino ad assumere le sembianze di una personalissima ‘Spoon river’. L’ultima poesia, Lettera a mio figlio, si rivela un vero e proprio manifesto filosofico, prova di un nichilismo autoriale convincente, che si conclude con questa domanda disarmante – Potrai mai perdonarmi/ per averti donato/ il diritto di soffrire? Del ventunenne Riccardo Delfino insomma, sulla base di queste premesse, sentiremo a lungo parlare.
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Antonio Fiori
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Testi
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Nei loro corpi simili a dèi
sognanti da grazioso disegno
li sottrae – per quel poco che
a chi muore pare un brevissimo
eterno – la lingua splendida
che tramonta adolescendo.
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Oggi l’alba sferza i fanciulli,
reclama il suo cielo d’invidia.
Violenta gli occhi vergini
di chi ancora tace la morte.
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L’amore estivo dei tuoi occhi,
gli affreschi, la villa, gli orgasmi,
i fichi incolpevoli tra le tue dita,
la vita finire e noi farci finire.
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Riccardo Delfino nasce a Roma il 28 settembre 2000. Inizia a scrivere dai suoi undici anni. Nel 2012 vince il secondo posto al concorso “Leoni di ferro” e il primo premio al concorso Città di Casoria “Le parole dell’anima”. Studia filosofia all’università “La Sapienza” di Roma.