Parole all’orlo | Mark Strand

Nota di Mattia Tarantino; traduzione di Giovanni Ibello

 

Jules.
Piccolo incantesimo di evocazione

 

I

 

Un incantesimo di evocazione. «Attento ai nomi», diceva G., «sono molto potenti. Il mio non te lo dico». Guillaume? «Il vocativo è fuori lingua», hors langue. «[…] Jules, / si è riaperta una vecchia ferita. Sento di nuovo il dolore». Il nome è chiamato-fuori dalla lingua.

 

 

II

 

La poesia è una tecnica di Resurrezione. Risorgono le cose chiamate al riparo dall’ordine e dalla significazione – le cose cadute fuori dalla storia. Noi parliamo dall’Evento. L’Evento è il nome che dondola alla fine del linguaggio. Qualcosa avviene e viene custodito nella propria Possibilità, ogni volta lasciata intatta, rovinosa: «Il disastro, ciò che rovina tutto lasciandolo intatto». Quella della Resurrezione è la logica dell’Evento. Chiamalo per nome, lo vedrai levarsi dal sepolcro. Jules…

 

 

III

 

C’è poi il mondo, il tessuto tra l’uno e l’altro nome, la tramatura ricoverata nella storia. I lampioni, le sagome delle auto. C’è una voce, l’irruzione nella consistenza del mondo, la ferita.

 

 

IV

 

La voce ci «ferì, proprio come fa quest’ora». Cosa passa non lascia segni. Le cose segnate sono le cose installate nella salvezza – ogni segno è un programma di salvezza. Un incantesimo di evocazione, dicevamo. La voce rovina al riparo dalla salvezza – irrompe intatta nel mondo. Irrompe disastrata.

 

 

V

 

N. si arrampica su un albero per raccogliere un’arancia. «[…] A te la speme / Nego, mi disse, anche la speme». Recita Leopardi, il resto non la convince. «Io non ti do speranza, io non ti do neanche la speranza». M. dice sia una Risonanza. Qualcosa accede e affiora – è stato scritto. Qualcos’altro è ancora aperto.

 

 

Mattia Tarantino

 

 

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Leopardi
da Selected poems, 1980

 

La sera è mite e chiara e senza vento.
Il marmo lunare veglia sui tetti
e sul fiume vicino. Ogni strada è quieta
e le luci dei semafori splendono
sulle forme arpionate delle auto.
Tu dormi. E il sonno si espande nella stanza,
nulla in questo momento ti sfiora. Jules,
si è riaperta una vecchia ferita. Sento di nuovo il dolore.
Mentre dormivi sono uscito per porre i miei omaggi tardivi
al cielo, che mi sembra così gentile,
e al mondo, che invece non lo è. E mi dice:
“Io non ti do speranza, io non ti do neanche la speranza”.
Lungo la strada la voce di un bonzo ubriaco
che intona una canzone arcana
e un’auto, qualche isolato più in là.
Le cose passano e non lasciano segni.
Domani arriverà e il giorno dopo ancora
e qualunque cosa i nostri antenati sapessero, il tempo l’ha portata via con sé.
Sono andati via, come i loro figli
e tutte le grandi potenze.
Sono disarmati gli eserciti che hanno mosso banchi di polvere e fumo
in Europa. Il mondo è quieto, noi non lo sentiamo.
Una volta, quando ero ragazzo, e il compleanno che avevo tanto aspettato
era finito, ero steso sul letto, sveglio e assorto, e molto tardi
quella stessa notte, il suono di una voce che cantava alla fine della strada,
svanendo, poco a poco, in lontananza,
mi ferì, proprio come fa quest’ora.

 

Traduzione di Giovanni Ibello

 

 

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Mattia Tarantino (Napoli, 2001) dirige Inverso – Giornale di poesia e fa parte della redazione di Atelier. Collabora con numerose riviste, in Italia e all’estero, tra cui Buenos Aires Poetry. Per i suoi versi, tradotti in più di dieci lingue, ha vinto diversi premi. Ha pubblicato Se giuri sull’arca (2024), L’età dell’uva (2021), Fiori estinti (2019), Tra l’angelo e la sillaba (2017); tradotto Verso Carcassonne (2022) e Poema della fine (2020).

 

Giovanni Ibello (Napoli, 1989) vive e lavora in provincia di Reggio Emilia. Nel 2018 vince il premio Città di Fiumicino per la sezione opera inedita con una prima ed embrionale versione del poemetto Dialoghi con Amin. Nel 2020 una sua antologia poetica viene selezionata e pubblicata in Russia dall’editore Igor Ulangin per la collana «Contemporary Italian Poetry» diretta dal critico e slavista Paolo Galvagni. Nel gennaio del 2021 inaugura la rubrica «I poeti di trent’anni» curata da Milo De Angelis per la rivista «Poesia» di Crocetti. Nel 2022 pubblica la versione definitiva di Dialoghi con Amin per l’editore Crocetti-Idee editoriali Feltrinelli. Il libro si aggiudica diversi premi tra cui il premio Lerici Pea e il Premio Mauro Maconi (sez. Under 40). Nel gennaio del 2024 la casa editrice Macabor pubblica il volume «Luce cariata dall’avvenire. Testimonianze critiche per la poesia di Giovanni Ibello». Dirige il portale della rivista «Atelier» dove cura una rubrica di traduzioni poetiche.