Michele Caccamo (1959) è uno scrittore, Poeta, paroliere e drammaturgo italiano pubblicato e tradotto in Egitto, Yemen, Indonesia, Siria, Palestina, Sud Asia, Russia, Cile, Argentina, Messico, Spagna, Francia, Stati Uniti.
Pubblicazioni:
2003 Incoronato come le rose (testo teatrale)
2005 La stessa vertigine, la stessa bocca Manni Editori, prefazione di Raffaele La Capria (poesia)
2006 Il pomo e la mela (scritto con Dona Amati) Lietocolle Editore, prefazioni di M. Zizzi e T.Cera Rosco (poesia)
2007 Chi mi spazierà il mare Editrice Zona, prefazione di Alda Merini, postfazione di Andrea Camilleri (poesia)
2010 Lovesickness – Della mia infermità d’amore – Gradiva Publications New York, (poesia) prefazione di M. Grazia Calandrone. Edizione in: Inglese-Italiano
2010 Poesie in un linguaggio di Luce/ Poems in the language of Light/ ????? ??? (con Munir Mezyed) (poesia) prefazioni di: Alaa Eddin Ramadan e Franz Krausphenaar. Edizione in: Italiano-Inglese- Arabo
2013 Dalla sua bocca- riscritture da undici appunti inediti di Alda Merini (con Maria Grazia Calandrone).
2014 ??? ??????? ??? (Chi mi spazierà il mare) Ed. Attakween –Siria
2015 Le prove di esilio (prefazione Susanna Schimperna) Sillabe di Sale Editrice
2015 La profezia delle triglie -con Luisella Pescatori- (prefazione Pietrangelo Buttafuoco) David and Matthaus editore
2016 Pertanto accuso David and Matthaus editore
2016 La meccanica del pane (prefazione Gian Paolo Serino) Castelvecchi editore
2018 Il Cristo silenzioso Castelvecchi editore
Attività:
2017 Direttore collana Castelvecchi Editore
2017 Editore Il Seme Bianco
Michele Caccamo
Tre Inediti
ti porto al fronte dell’amore
e potrai crederci nella voce
che mi dirà la misura della tua storia
e del tuo cuore in pianto
ti porto nella grazia del mondo
nei secondi della gioia
nelle felicità dove molti muoiono.
Ma ti chiedo un bacio uno squillo
un udito immortale
un tuo sogno che io possa dire contento
il desiderio universale
ti chiedo il fianco della sposa
e una grande scorta di mani
ti chiedo i muscoli
e il vanto della nostra speranza
ti chiedo un po’ di pace
per la mia tristezza
di farmi diventare robusto
come se io fossi una donna
ti chiedo l’anima di Dio
e di darmi la vita.
*
e ora dimentica tutto
poggia le tue dita nel corpo del legno
e come sono state per me
spinte nella tortura
lasciale scendere chiodo verso chiodo
in una convalida di carcerazione
qui Francesco non ci sono altri ulivi
per il ruolo che ci hanno attribuito
nulla d’altro che le penitenze e la croce
qui anche le anime hanno le tombe
come la pelle dei padri e delle madri
*
è ancora presto e non ne sai nulla
dei baci lentissimi a passare
io mi vorrei sentire
come l’amore migliore
l’uomo presente
forse tuo figlio
per altro ancora la tua immagine
la generazione della verginità
Fotografia di proprietà dell’autore.