Mattia Tarantino (Napoli, 2001) codirige Inverso – Giornale di poesia e fa parte della redazione di Atelier. Collabora con numerose riviste, in Italia e all’estero, tra cui Buenos Aires Poetry. I suoi versi sono stati tradotti in più di dieci lingue. Ha pubblicato L’età dell’uva (2021), Fiori estinti (2019), Tra l’angelo e la sillaba (2017); tradotto Verso Carcassonne (2022), di Juan Arabia e Poema della fine (2020), di Vasilisk Gnedov.
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Dalla raccolta “Quaderni ’20 – ‘23”
Mamma cucina. Da lontano una stella
arrugginisce il mondo. Ci sediamo come
squillasse la Tromba del Giudizio. Un piatto
di pasta, un po’ di vino. Mi dici: “Non mostrare
il collo al cane”. Saremo il Pasto, il sacrificio,
il grasso attorno all’osso. “Mattia, snerva
la sillaba. Lascia che ciondoli”. Un colpo
di clacson. Ridiamo. Domani cercheremo
lavoro. Qualche bozza, dei piatti
da lavare, un po’ di inglese ai bambini:
dobbiamo pagare il debito
che nessuno ha contratto.
*
Parlavamo del sogno di Tommaso.
È novembre, ha piovuto per ore. Le spine,
la luce, le sigarette fumate tra una
mattonella e l’altra a lavoro. Qualcuno
rimanda l’Assemblea dei Beati. Un altro
bicchiere, dei versi da lasciare
sulla pagina. Abbiamo aperto il Sentiero
delle Ombre, la via dei segni
da poco e il mondo, adesso,
è un contorno obliquo, trasparente.
*
Viene in sogno un ariete trasparente.
Ci diciamo che significa qualcosa,
ricorda un verso, qualche appunto
preso in fretta. Sul dorso quel che resta
di una scritta. Il numero diciotto,
il diciannove. Piove. Non troviamo
l’accendino. A Nicola verrà un colpo
mentre dorme; Dario, invece,
avrà in braccio una bambina.
Ridiamo. Non è vero, non abbiamo
visto niente. Questo è il Regno
della Luce, l’Ingresso, la Fessura.
Martedì, carta e cartone. Scendiamo
i sacchi, ce ne andiamo.
*
Per Ginevra
I
Mezzanotte. Ombre alla parete:
ora la tua testa sembra un cane di foglie,
una stella sfasciata, e la mia
un trapezio, un chiodo,
quasi una preghiera.
II
Mezzogiorno. Ci baciamo. Ora
sembri il raggio di una ruota
misteriosa, trasparente. La mia
faccia trapiantata da quella
di un angelo, invece.
III
Mezzanotte, mezzogiorno. Le cose
cominciano l’istante appena
dopo la metà. Siamo la cifra nascosta
tra l’uno e lo zero nel dieci.
*
Ascolta. È San Lorenzo. Sotto casa
passano le ultime automobili. L’arco
e la chiesa sono illuminati, come le teche
dei teschi, i giardini del convento.
Mamma fuma. Qualcuno in strada
chiede l’ora. Stanotte l’angelo
non bussa. Tossisce,
invece, e va via in fretta.
Dicono che se ascolti
attentamente puoi sentire
da qualche parte come un leggero
fruscio, qualcosa che striscia:
è una cometa scivolata
giù in silenzio, una stella
irrimediabile, oppure
soltanto un grosso ratto.
Abbiamo l’erba e una bottiglia
di latte. Fumiamo. Qualcosa
sta cambiando: è estate,
l’estate dei vent’anni, e il mondo
ci minaccia, ci consola,
ci appartiene.
© Fotografia di Antonio Simone Verde per RUFA – Rome University of Fine Arts