Luigi Finucci (Fermo, 1984) pubblica tre libri di poesia: Le prime volte non c’era stanchezza, (Eretica edizioni, 2016), Il Canto dell’Attesa, (Ladolfi Editore, 2018) e CAMMINO – sulle orme di San Francesco, (Giaconi Editore, 2022). Di prossima pubblicazione in programma per il 2023, un progetto sulle solitudini per Seri Editore. Ha poi pubblicato anche tre libri per bambini, in rima, per la Giaconi Editore: L’aspirante Astronauta nel 2015, Il paese degli Artigiani nel 2018 e Il Mondo di Sotto nel 2021. Collabora con alcune riviste e alcune sue poesie sono tradotte in diverse lingue, tra cui il rumeno e lo spagnolo.
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#2
I campi hanno il colore del grano
e sulle curve gli orizzonti mutano
i lineamenti. I tigli hanno
una fioritura pesante: pizzicano
il capo ai passanti. Nascosta
c’è una stradina, si perde
sulle mura di una casa abbandonata.
E sembra quasi di sentire delle grida
di bambini che non ci sono più.
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#5
I tetti nell’abbraccio disperato
al volo delle rondini nascondono
una traiettoria. Poco al di sotto
c’è un nido. I bambini tirano
dei sassi, hanno le mani bianche.
Il filo è sottile, fantasma
risiede nel contatto fra le varie
tonalità di azzurro. Si abbassano
e poi alzano lo sguardo; una visione.
Ogni volta, l’ombra delle case
sembra meravigliosa.
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#7
Si dirà di un cerchio e di un punto
che verranno ad incontrarsi, lì
qualcuno si sdraierà con lentezza
quasi con disarmo. Una mano
controllerà una ferita, un po’
più in alto dell’epidermide.
I fiori colorati, i tetti delle case
avranno un contorno di cicatrice.
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