softness brings you
to worlds within the immediate
‘there is no distance in childhood …
whatever is absent is impossible, irretrievable, unreachable.’
— Rebecca Solnit
We are barefoot as new beginnings
washing each other warm, under an outpour
she rubs the soap bar under my fingernails
suds rolling down her ribs.
When she finishes I stare at my palms, every
wrinkle & crease, the weight of everything
held written in the language of skin
this autobiography of wanting.
(In the village a newborn sees her hands
for the first time: marvellous & grotesque
a pair of oceans on the ends of her arms.)
I step out amid steam, embalmed in heat,
piggy-back my Layla to her bed our mouths
smell like caramel. I hold the moment.
Another crease in my palm.
Press my skin to your ear now to hear a song
being sung somewhere very far away:
someone we stopped searching for
is calling out
for shore
la tenerezza ti apre
a mondi nell’immediato
«non esiste distanza nell’infanzia…
ciò che è assente è impossibile, irrecuperabile, irraggiungibile».
— Rebecca Solnit
Siamo scalze come nuovi inizi
ci scaldiamo a vicenda lavandoci, sotto un getto
lei strofina la saponetta sotto le mie unghie
la schiuma le scivola sulle costole.
Quando smette mi fisso i palmi, ogni singola
ruga e piega, il peso di tutto
conservato per iscritto nella lingua della pelle
quest’autobiografia del desiderio.
(Nel villaggio una neonata scopre le sue mani
per la prima volta: stupendi e grotteschi
questi due oceani alle estremità delle sue braccia).
Esco avvolta dal vapore, imbalsamata nel calore,
porto la mia Layla a cavalluccio verso il letto le nostre bocche
sanno di caramello. Trattengo l’attimo.
Un’altra piega sul mio palmo.
Premi la mia pelle contro il tuo orecchio per sentire una canzone
cantata in un altrove molto lontano:
qualcuno che non cerchiamo più
invoca
la riva
*
what if our hearts rumbled
like our stomachs do
o wait —
tipping bolognese onto spaghetti I realise
I forgot to chop onion, fry garlic or cook
soy mince I masticate with my godlike
capacity to erase & throw salt over my shoulder
outside the window laundry swaying on the line
has completely forgotten the shape of my body
a kid picking dandelions
keeps calling them sunflowers
tried to tell you I love you this morning
but my mouth made chainsaw sounds
there are so many ways to be lonely
putting on glass boots & running
over this silence towards you
is by far my least favourite
but this is how I’ll learn
too much fire gives birth to nothing
e se i nostri cuori brontolassero
come uno stomaco
aspetta! —
versando la bolognese sugli spaghetti
mi ricordo di non aver tagliato la cipolla, fritto l’aglio o cucinato
il macinato di soia mastico con la mia divina
capacità di obliterare e mi getto il sale alle spalle
fuori dalla finestra il bucato che oscilla sul filo
non conosce più la forma del mio corpo
un ragazzino raccoglie narcisi
e continua a chiamarli girasoli
ho provato a dirti ti amo stamattina
ma la mia bocca strideva come una motosega
si può essere soli in tanti modi
mettersi stivali di vetro e correre
verso di te sopra questo silenzio
è di certo quello che amo di meno
ma questo mi insegna che
da troppo fuoco non nasce mai nulla
*
is love, then, metaphor in practice?
gods, let me tell you what I’ve learnt:
Your son will come to carve himself out of you. This is how he ends
you. His name curdling in his mother’s mouth.
Layla and I drove up Matn Highway. I fiddled with the broken radio,
trying to find the right wire to pinch to make Nao sing. It was 5.21pm.
Now tell me: who did I betray to spend my 29th summer eating
peaches? And, do we pour the quality we’re most afraid of into others
— to give us swing room to attack it?
As Miriam put the zhourat on the table, I told her husband what I’d
learnt about my ankles. The strongest part of my body is the part
that oscillates between extremes.
In the next room, their son, my age, was smelling the last traces of his
mother’s scent on his skin, and panicking.
There’s a lot I was to learn:
– how a mother would use me as a shield against her son’s
longing
– an attempted murder scene is no different to a murder scene,
except the dead can’t invite you back for flower tea the following
Wednesday
– you can only measure your loyalty when someone taller than you
is summoning blood
– no matter how many times I call her Layla she would never call
me Qays, only men get to be loved as madmen
I watched a son carving, with a shard of broken glass. He didn’t
notice his pants fall down: so I learnt, violence is the most vulnerable
way to say my hands have nothing left to hold. His eyes reminded
me of my own.
In glass houses, a thrown stone breeds a thousand daggers. At
11.51pm Layla left me for another man. I learnt togetherness was an
army against empty space. And, I could no longer smell her scent
upon my skin.
in concreto, quindi, l’amore è una metafora?
o dèi, lasciate che vi dica cosa ho imparato:
Tuo figlio finirà per modellarsi su di te. È così che detterà la tua fine.
Il suo nome coagula nella bocca di sua madre.
Con Layla guidiamo sull’autostrada di Matn. Smanetto con la radio
rotta, cercando di toccare il cavo giusto per far cantare Nao. Sono le
17:21.
Ora dimmi: chi ho tradito per trascorrere la mia ventinovesima estate
mangiando pesche? E poi, riversiamo negli altri la qualità che più temiamo
— per poterla attaccare senza sforzo?
Mentre Miriam posa il zhourat sul tavolo, spiego a suo marito la
lezione imparata dalle mie caviglie. La parte più forte del mio corpo è
quella che oscilla tra gli estremi.
Nella stanza accanto, il figlio, mio coetaneo, annusa le ultime tracce
del profumo di sua madre sulla pelle, gli viene il panico.
Avrei imparato tanto:
– che una madre mi avrebbe usata come scudo contro il
desiderio di suo figlio
– che la scena di un tentato omicidio è come quella di un
omicidio, tranne che i morti non possono invitarti di nuovo
per un tè il mercoledì dopo
– che la tua lealtà si misura solo quando qualcuno più alto di
te chiama a rapporto il sangue
– che non importa quante volte io la chiami Layla, lei non mi
chiama mai Qays, solo i maschi possono essere amati
come persone folli*
Ho visto un figlio fare intagli con una scheggia di vetro rotto. Non si
era accorto che gli cascavano i pantaloni: così ho imparato che la
violenza è il modo più vulnerabile di dire le mie mani non hanno più
niente da custodire. I suoi occhi mi ricordano i miei.
Nelle serre, il lancio di una pietra produce mille pugnali. Alle 23:51
Layla mi ha lasciata per un altro uomo. Ho imparato che stare
insieme è un esercito contro lo spazio vuoto. E che non riuscivo più a
sentire il suo odore sulla mia pelle.
*[Nota del traduttore]: si riferisce a una classica storia araba nota come Il Folle e Layla [مجنون و ليلى, Majnun e Layla] in cui il giovane Qays si innamora di Layla, ma il padre della ragazza gli impedisce di sposarla, portando Qays alla pazzia.
* * *
* * *
lisa minerva luxx* è una pluripremiata poeta, drammaturga, militante e saggista di origini britannico-siriane. Nel 2021 luxx ha pubblicato Fetch Your Mother’s Heart, un’innovativa raccolta di poesie acclamata dalla critica letteraria nazionale e internazionale.
Ha scritto tre spettacoli di prosa in versi, tra cui Eating the Copper Apple (prodotta da un team di artiste arabe), what the dog said to the harvest (un’opera sperimentale basata sulla giustizia climatica decoloniale) e From Dusk til Dawn, the Moon is Listening (alla cui stesura hanno partecipato giovani provenienti da Palestina, Italia, Siria, Beirut e Regno Unito). Il suo cortometraggio Lesbian, prodotto per l’emittente britannica Channel 4, ha vinto cinque premi, tra cui “Miglior corto LGBTQ” all’Independent Shorts Awards. Altre produzioni di luxx sono state ospitate su BBC Radio 4, TEDx e ITV.
luxx è docente a contratto presso diverse università internazionali e insegna analisi letteraria post-coloniale e decoloniale, politica queer e poetica della rivoluzione. I suoi racconti brevi sulle sue esperienze in affido e in adozione sono stati pubblicati da Comma Press, presso cui uscirà l’intera raccolta di racconti brevi nella primavera 2024.
Nel 2020 a Beirut, luxx ha fondato un collettivo antirazzista (Nehna Hon) con l’obiettivo di offrire asilo nido gratuito, sostegno lavorativo, assistenza alimentare e per gli affitti, oltre che fornire un intervento immediato per le vittime del sistema kafala (il traffico di esseri umani e il commercio di schiavi). Prima di tale iniziativa, luxx è stata la co-fondatrice di eLaa Beirut, un’organizzazione internazionale di supporto ai servizi di salute mentale creata dopo le esplosioni di Beirut del 2020, in cui sono stati coinvolti numerosi professionisti altamente qualificati nel campo della salute mentale e nella gestione dei traumi. Nel Regno Unito luxx partecipa anche attivamente alla rete di azione diretta Palestine Action.
*nome intenzionalmente privo di lettere maiuscole
Piero Toto è un poeta bilingue residente a Londra, dove lavora come traduttore dall’inglese e come senior lecturer in traduzione presso la London Metropolitan University. In Italia ha pubblicato la silloge tempo 4/4 (Transeuropa Edizioni, 2021), segnalata al Premio Internazionale Mario Luzi 2021, e collabora come traduttore con le redazioni di «Atelier» e «Laboratori Poesia»; suoi componimenti sono apparsi su «Atelier», «Interno Poesia», «Laboratori Poesia», «Menabò online», «La Repubblica» e «Queerographies». Le sue poesie in lingua inglese sono state pubblicate su riviste, antologie e blog letterari britannici e internazionali. Twitter/Instagram: @pierototoUK.