Letizia Di Cagno
Inediti
Poesie tratte dalla raccolta: “Urla la fine che pianta germogli” di prossima pubblicazione (marzo 2019) per la collana sottotraccia dell’editore Marco Saya.
*
Io di mio sarei nell’aspirapolvere
la domenica mattina, un orario qualsiasi
per ripensare Hundertwasser, portare
fuori il cane. Tappata di un pensiero a rose
e volendo appassire.
E poi ecco, un foglietto in cui mi dici
che mi ami e ha
gli occhi di tuo padre – se lo butto
lo conservo – senza aspettare sul serio
risposta. Perdendo ammaipiù
arrivederci ma di mio sarei
elenchi e carta forno strappata male,
un ceffone/supplica di mio padre.
Grata di un passo al tuo fianco.
*
Senza che io ci fossi. Aprire la porta,
leggere Pontano, sul pavimento in cotto
il piumone grande blu. Ti avrei visto
scoprire i passi con le briciole
dalla vineria, in centro,
al bacio della sera. Senza che io ci fossi.
Gli occhiali da sole a specchio
delle confidenze verso me, per l’ora
Verona-Venezia. E tutto ciò
che resta: un’extrasistole tra
i tuoi capelli e la fronte.
*
Ora il fico accerchiato di sole preme
sul collo di mia madre l’ennesima fine –
un’estate – il mare mai tastato e
veramente l’occhio è cieco,
vien quasi voglia di svegliarsi
Tiresia, ma senza uno scopo
senza uno scopo.
Fotografia di proprietà dell’autrice.