Joséphine Bacon, “Innue” (Interno Poesia, 2025) — Anteprima editoriale

 

Interno Poesia porta in libreria la prima traduzione italiana delle poesie di Joséphine Bacon, la più amata tra le poete del Québec. Dalle poesie d’esordio fino alle più recenti, Innue è un itinerario antologico che rivela i tanti aspetti della poetica e dello stile luminoso della poetessa quebecchese. Una poesia incarnata, vissuta come passione e militanza nei confronti di una memoria da salvare: quella delle narrazioni e del sentire di questa Prima Nazione, portate entrambe dalla lingua innu. Joséphine Bacon scrive le sue poesie in una lingua che contiene la bellezza dell’oralità, autotraducendosi in un francese la cui leggerezza si lascia respirare. Scoprire i suoi scritti significa aprirsi a una vita di parole vaganti, che vengono a noi dal repertorio lessicale della lingua parlata. La forma si costruisce su quei temi che ritraggono la tradizione del nomadismo e ci raccontano dei cammini attraverso la tundra canadese. Il territorio non è solo luogo che contiene ma un’entità esso stesso, che vive negli elementi che lo abitano, costituendosi come paesaggio interiore. In questi attraversamenti, esistenziali e letterari, troviamo una voce che prende la parola nel suo rapporto con gli altri e le cose: il mondo dentro di sé si relaziona con quello esterno, entrambi in continuo mutamento. L’impermanenza apre al riconoscimento e alla ricognizione dell’eterno flusso della vita. Questa esplorazione ci parla insieme del nostro tempo, dimentico della relazione col vivente e con la memoria, e di quello di una donna che – guidata dalla voce degli antenati – è alla continua ricerca di un territorio che fugge.

 

 

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Il midollo delle tue ossa
colpisce
l’invisibile,

opera accecante
sulla scapola
del caribù.

 

 

Le moelle de tes os
frappe
l’invisible,

œuvre aveuglante
sur l’omoplate
du caribou. 

 

 

Tshuinnim utamitin / anite eka tshekuan / ka takuak, // uesham minuashu, / utinikanatiku.

 

 

 

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Una notte di stelle ci invita
ci racconta
l’Orsa Maggiore

Le aurore boreali
danzano i gesti della terra
è la notte delle cicatrici che perdonano

 

 

Une nuit d’étoiles nous invite
Elle nous raconte
La Grande Ourse

Les aurores boréales
Dansent les gestes de la terre
C’est la nuit des cicatrices qui pardonnent

 

 

Mishta-utshekataku uashku / Tshitipatshimushtakunu / Mishta-utshekatakua / Uashtuashkun nimu assit // Ume tipishkau / Eukuan ka tshitshenanut / Tshikashinamakunan

 

 

 

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I nostri passi hanno lasciato le loro tracce
noi apparteniamo a un fiume
tu infossi in noi
un serpente di ferro

Un fuoco annega i nostri lamenti

 

Nos pas ont laissé leurs traces
Nous appartenons à une rivière
Tu enfouis en nous
Un serpent de fer

Un feu noie nos lamentations

 

 

Mishue nimitametan / Shipit nutshinan / Atshinepiku ka itenitakuak / Tshitshitapekamutan // Ishkuteu neshtaputau e mamatueiat

 

 

 

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Joséphine Bacon è una poeta innu di Pessamit (Québec), nata nel 1947. Considerata una delle principali autrici canadesi, è traduttrice e interprete della voce della Prima Nazione Innu – capace di fare riecheggiare la parola degli antenati, figlia della tradizione orale. C’è qualcosa di meraviglioso nell’uso di questa lingua e nella condivisione di questa tradizione orale millenaria, capace di far risuonare l’eco dei grandi spazi e il passo delle famiglie nomadi che hanno attraversato la tundra canadese. Nei versi essenziali di Joséphine Bacon l’orizzonte diventa una presenza confortante e, Nutshimit (la terra degli antenati) una casa aperta. La foresta boreale accoglie il cammino e i corsi d’acque guidano, attraverso un rincorrersi di tracce in cui i bagliori delle aurore boreali danzano al ritmo dei tamburi. Presso la casa editrice Mémoire d’encrier pubblica nel 2009 la sua prima raccolta, intitolata Bâtons à message – Tshissinuatshitakana seguita da Un thé dans la toundra – Nipishapui nete mushuat (2013, finalista al Governor General’s Award e finalista al Grand Prix du livre de Montréal) e Uiesh – Quelque part nel 2018. Recentissima è la raccolta Kau Minuat – Une fois de plus, pubblicato nel 2023, opera in cui Joséphine Bacon rinnova la sua relazione con il vivente, secondo una meditazione sul tempo e sul silenzio. Nel 2023 Joséphine Bacon ha ricevuto il prestigioso Molson Prize dal Canada Council for the Arts, per il suo inestimabile contributo.