James Norcliffe (Nuova Zelanda, 1946) è poeta, prosatore e scrittore di libri per l’infanzia. Ha insegnato inglese sia in Nuova Zelanda che in prolungati soggiorni in Cina e Brunei. Tra i numerosi premi vinti, si ricordano il “Lilian Ida Smith Award” nel 1990 nonchè il New Zealand Poetry Society’s international competition nel 1992. Del 2003, assieme a Bernadette Hall, gli viene conferito il Press Literary Liaisons Honor Award di Christchurch. Nel 2008 è Fellowship presso l’Università di Ottago; nel 2006 presso la Iowa University e nel 2012 è Writer in Residence presso l’Università di Otago. Numerose sono le inclusioni di suoi testi in antologie nel mondo. Esordisce nel 1992 con la raccolta Under the Rotunda cui seguono 8 raccolte. L’ultimo volume pubblicato è la prosa per l’infanzia The Enchanted Flute per i tipi di Longacre Press / Random House nel 2012. Il suo sito personale è http://jamesnorcliffe.com
James Norcliffe
(inediti)
traduzione dall’inglese di Marco Bini
Laika
Come to my room at midnight
and bring your dancing shoes
and we will keep the cosmos company
for several lovely hours.
There is melody in the gramophone
and music in the spheres
and French doors to my balcony
which is small, but full of stars.
White as the froth of the Milky Way
flowers fall to the street below
as what remains of Laika
falls like incandescent snow.
We will drink and dance to Laika
and whisper Laika’s name
while alyssum tumbles from the window box
like bubbles in champagne.
Laika
Entra in camera mia a mezzanotte
e portati le scarpe per ballare
terremo compagnia all’universo
per molte piacevoli ore.
C’è una canzone nel grammofono
e musica nelle sfere
e porte finestre sul mio balcone
che pur piccolo è pieno di stelle.
Bianchi come la schiuma della Via Lattea
cadono i fiori nella strada sottostante
mentre i resti di Laika
precipitano, neve incandescente.
Brinderemo e balleremo per Laika
e, “Laika”, ne sospireremo il nome
mentre i fiori d’alisso scendono dalla fioriera
come bollicine nello champagne.
The white sea
all day the stevedores lifted and slung
and all night too under yellow lights
hung from swaying cables
labour made them rhapsodic
their bodies shone and sang
among sacks of rice and coffee
until they locked the hold
and all work ended and (the men were told)
the ship sailed for the white sea
bound to rescue Andromeda tied
yet again to a rock after which rescue
all would be well
(the men were told) but the lights died
for these were lies
these were lies
Il mare bianco
tutto il giorno nella stiva a sollevare e rilasciare
e tutta la notte sotto luci gialle
oscillando sospesi ai cavi
il duro lavoro a frantumarli
con i corpi luccicanti cantavano
tra sacchi di riso e caffè
finché non riagganciarono il portellone
a lavoro finito e (così gli dissero)
la nave salpò per il mare bianco
in soccorso di Andromeda incatenata
ancora a uno scoglio; l’impresa avrebbe
rimesso le cose a posto
(così gli dissero) ma le luci svanirono
poiché erano menzogne
erano menzogne
The flying saucer is a breast
The flying saucer is a breast,
a stainless breast slick and silvery,
a breast with a sly winking nipple
pulsating with mysterious scarlet.
It hovers disembodied in the black
sky from where it suckles the stars,
tethered by slender shafts of light
to the surface of the planet below.
Mrs Ferguson stands beneath the pine;
her hands cover the O of her mouth.
This is all she has ever dreamed of since
she first read the gospel of Charles Adamski.
She closes her eyes and listens for the faint
alien whistle blurred and monotone that
tellest good tidings of Zion and it does tell
good tidings, and how the milk of astral kindness
will rain in buckets, Mrs Ferguson is convinced,
sweet white buckets of manna, of hope, of peace.
Il disco volante è come un seno
Il disco volante è come un seno,
un seno d’argento liscio e perfetto,
con un irresistibile capezzolo lampeggiante
che pulsa di un misterioso scarlatto.
Si libra etereo nel cielo
nero dal quale allatta le stelle
ancorato da un sottile raggio di luce
alla superficie del pianeta sottostante.
La signora Ferguson si ripara sotto un pino
le mani a coprire la O disegnata dalla bocca.
Non aveva sognato altro da quando
lesse il vangelo di Charles Adamski[1].
Chiude gli occhi e ascolta il flebile
fischio alieno monotono e indefinito che
reca liete novelle di Sion e porta davvero
liete novelle, di come il latte della bontà astrale
pioverà a secchiate, la signora Ferguson ne è sicura,
dolci bianchi secchi di manna, di speranza, di pace.
Fotografia di proprietà dell’autore
Marco Bini (1984) vive e lavora a Vignola (MO). Laureato in Lettere moderne all’Università di Bologna, scrive poesie e traduce da inglese, tedesco e francese. Collabora con l’organizzazione di Poesia Festival in provincia di Modena. Nel 2011 ha pubblicato per Ladolfi editore Conoscenza del vento (Premio Giusti e finalista Premio Camaiore), e nello stesso anno suoi testi sono apparsi sull’antologia La generazione entrante (Ladolfi editore).
Per Atelier on-line ha tradotto:
– Evgenij Evtušenko (RUS / USA)
– Amiri Baraka (USA)
– Peter Sirr (IRL)