Ivonne Mussoni
(inediti)
Non so camminare se mi guardi,
tienimi nei giorni
che mi hanno preparata
alle tue mani, come impasto
buono per il pane.
Precede tutti i modi in cui ti chiamo
questa attesa, bella perché è te
che sto aspettando.
L’amore si misura in pazienza
e noi così perfetti dentro al mondo
ci compiamo piano
come i fiumi, le montagne.
Abbiamo il tempo delle cose grandi.
*
Chiudo tutte le porte
da quando sei uscito
per non fare entrare
le correnti delle cose ultime.
Certi addii hanno tutto un volo
storto, che non piega niente,
non alza i vestiti alle donne.
Spero non mi prenda
come un altro piccolo tormento,
chiudere le porte
le ante degli armadi,
contare le parole dispari
cinque volte
finché non sono pari.
*
Mi porta sempre nel bene
il tuo bacio sulla fronte,
è la pioggia che allarga il cielo all’estate.
Lei ha la mano che è un soffio
la allunga, aquilone sopra il tuo piatto
per prenderne e mangiarne, quasi moglie.
Avrebbe aperto le imposte,
calmato tutte le ansie quel gesto
se fossi stata io a farlo.
Ma è suo questo vento che spezza i vent’anni
mi lascia bambina
a seguire le navi col dito
a dire che il mare
è di chi ha un’attesa ferma nello sguardo
Ivonne Mussoni è nata a Rimini nel 1994, studia lettere moderne all’Università di Bologna. Nel 2013 ha pubblicato con Heket la plaquette “A un quarto d’ora di universo”. È assistente alla direzione artistica del festival Parco Poesia e collabora con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna.
Fotografia di proprietà dell’autrice