Iole Toini
Inediti
La pura forma del cuore affonda e rilancia un altro cuore.
E’ reale. Vera apertura alare.
A troppi mattini veniamo a noia.
Un solo corpo. Uno e semplice. Vero.
Le braccia si perdono; si perde l’occhio e il racconto di sé.
Qui e ora. Il bianco e l’aria del bianco.
Corpo che cade e sente. Corpo fendente.
Il bianco batte in petto. E’ tutto.
*
Poi mi investe il groppo di quest’aria terrestre che fa scempio di prati e versi e del sublime incontro.
La molotov è chiaramente lanciata dalla mia mano destra.
Senza follia non ho riparo da niente.
Mi viene in soccorso il dubbio che comignoli e tetti non siano per niente parenti; che le piscine possano legarsi alle paperelle e partire per le cascate del Niagara; che i treni siano dita che hanno tutto a che vedere con la dolcezza.
Così – nel dubbio – io resto fedele alle ali e alle vette e al pensiero che anche tu, sì, anche tu.
*
E ci sono i cardellini che mi vogliono portare con loro.
A desiderarne la leggerezza, posso compiermi ala.
Mio vero uditore d’insetti, questa mirabile radice fa conto che i battiti facciano corpo nel vuoto.
Levare il viso all’aria scuote le più semplici aperture. Così il buio.
Per questo ti auguro di guardare.
Il boato è spaventoso e scoperchia più e più volte. Ma la luce. Guarda.
Fotografia di proprietà dell’autore.