Ilaria Giovinazzo (Roma, 1979) è laureata in Lettere, studiosa di antropologia e religioni comparate. Nel 1999 vince il premio Segnalazione speciale della Giuria al concorso europeo di poesia e narrativa “Massimo Grillandi”. Inizia a pubblicare le prime poesie su antologie edite dal Centro Italiano Arte e Cultura CIAC-ROMA diretto dal poeta e giornalista siciliano Pino Amatiello e su altre antologie tra cui “Il Tempo” per Giulio Perrone Editore. Nel 2001 pubblica il suo primo romanzo “Anime perdute” con Effedue Edizioni. Nel 2004 viene inserita in una rosa di giovani under 30 selezionati al concorso di poesia “Imparerai di nuovo ad esser stella” promosso dalla Fondazione Pablo Neruda per il centenario della nascita del poeta. Nel 2005 esce per Prospettiva Editrice “Non posso lasciarti andar via”. Nel frattempo alcuni suoi testi appaiono su Prospektiva Rivista Letteraria. Nel 2007 esce “Donne del destino” per Besa Editrice, un romanzo storico centrato sulle figure di tre donne leggendarie: Aspasia, Maria Maddalena e Francesca da Rimini. E’ stata redattrice della testata web Oltrepensiero.it, sulla quale per due anni ha tenuto una rubrica di attualità politica chiamata “Controvento”. Con Oltrepensiero e Prospektiva Rivista Letteraria ha organizzato le varie edizioni del Concorso Letterario Giornalistico “Scrivere Oltrepensiero”, curando anche l’edizione delle quattro relative antologie. Nel 2020 esce la raccolta poetica “Come un fiore di loto” per la casa Editrice Ensemble. Diverse sue poesie sono state pubblicate su blog poetici (Centro cultural Tina Modotti, La Bottega della Poesia de La Repubblica). Nel 2020 una selezione di suoi testi è apparsa in una sezione a lei dedicata sulla rivista spagnola di poesia De Sur a Sur a cura del poeta Alonso De Molina. Nel 2021 esce, sempre per Ensemble, la seconda raccolta dal titolo “La simmetria dei corpi”, con la prefazione della poetessa siriana Maram Al-Masri.
Con Fuorilinea Edizioni nel 2022 pubblica il libro illustrato per bambini “Life. 10 cose importanti”. Attualmente risiede tra le colline sabine.
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Poesie tratte dalla raccolta inedita “La religione della bellezza”
Mater dolorosa
ascolta,
sono rimasta a lungo sotto la pioggia
ad ascoltare il rumore di Dio sulle foglie,
picchiettare leggero,
segreto testimone
dei miei sacri amplessi
sotto la volta purissima del cielo.
*
Sono composta di silenzi
e ubriacature d’anima
che non riesco a nascondere
e fede in orizzonti lontanissimi.
Paio vivere di poco
ma l’infinito abita
dentro le mie cellule.
*
Ho tentato di ricomporre
le ossa della bambina spezzata,
quella che nessuno vede
nascosta dentro i vestiti
incisa nella carne
che sorride a tutti
senza trovare la via di casa.
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Solitudine sospesa
come stanca firma selvaggia.
Nelle mie orecchie solo il vuoto
il terrore
l’abisso
di tornare mansueta come agnello da martirio
mentre mi muovo svelta
e vivo
nell’ardente folle pretesa del futuro:
diventando bianca
come fossi latte appena munto,
vestendo seta
come fossi baco che trasmuta,
luminosa
come prisma trasparente
alla mia stessa Luce.
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Appartenere alle nuvole,
porsi come girasole alla luce,
libera ghianda in evoluzione di destino.
Sciogliersi e sorridere
come il ghiaccio innamorato del sole,
senza dolore.
Essere. Essere. Essere.
Senza convincimento di peccato.
© Fotografia di Marino Festuccia