“Il vento mi lecca gli occhi”. Poeti russofoni di Estonia. A cura di Paolo Galvagni (Aeclanum, Delta3, 2022)
dalla Prefazione:
La cosiddetta “diaspora della poesia russa” accoglie le sfide culturali, proponendo modi inattesi di vedere il mondo. Si distingue infatti tra poesia russa e “poesia russofona” (russkojazyčnaja poezija), cioè i poeti che scrivono in russo nel cosiddetto “estero vicino” (lo spazio ex sovietico).
I poeti russofoni di Estonia (come pure il gruppo “Orbita” di Riga) sono un caso esemplare. Se in Russia si continua con le forme tradizionali, nel punto di contatto tra la Russia e il Baltico, in una periferia marginale di una “grande letteratura”, si accoglie l’esperienza europea. Si può parlare di una piccola “Europa sovietica”. Questi intellettuali baltici hanno sempre percepito di essere alla frontiera tra Russia ed Europa, di essere parte della storia europea, e non della “storia imperiale russa”: si è mantenuto il dialogo con l’Occidente, bruscamente interrotto in altre zone del cosiddetto “impero”. […]
*
P.I. Filimonov
Aquitania
su un campo vitreo ricoperto
di neve nera
una superficie di ventiquattro arpent
corre una lepre azzurra d’ali fino all’infarto
fa capolino, va a zigzag, traccia
linee curve impensabili
ritorna e di nuovo
corre a gambe levate
quasi non ci fosse nulla
di più importante
in tutto questo mondo nero
la nonna ti chiama dalla collina
dice che è ora di pranzo
dice che sei già tutto bagnato
interessante – come fa a saperlo
giace così lontano
non vede né
percepisce nulla
passando accanto a casa tua
d’improvviso ho deciso di scendere
e raccontarti
com’è andata a finire
ma ho cambiato idea
se questo ti interessa
lo sai già
e se non ti interessa
che te lo dico a fare
se mi alzerò con un velivolo
non troppo
ma così
a un’altezza calcolata
si può vedere che essa
non solo va a zigzag
ma scrive
sulla vitrea neve nera
con matite bianche
“tutto ciò che vuoi è attorno a te”
è bello essere una lepre
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Larisa Joonas
Com’è stata breve la mia vita
se ricordo tutti i miei abiti verdi
quanto poco sono riuscita a logorarli
qualcosa è senz’altro capitato a ognuno di essi
testimoni del mio percorso la mano non si leva a buttarli
come se cancellassi solo un pezzo di vita senza aspettare
che lo faccia la memoria la gente e la terra.
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Jan Kaplinskij
Posso pregare soltanto Dio
colui che fa risorgere tutti gli estinti
solo non me
io resterò dall’altra parte
insieme alla neve dell’anno scorso
e ai meli in fiore di questa primavera
e tutti i miei versi le preghiere e i mantra
saranno sparpagliati dal vento mattutino
in tutti i punti cardinali
sulle strade-vie e nelle cassette della posta.