Fabrizio Boscaglia
Il ritorno dell’anima
Ladolfi, 2021
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Poesia di meditazione, testimonianza di fede e comunione col creato (Notte,/ m’adagio in te,/ antica consolatrice…). La scelta del Corano in esergo sembra iscrivere il poeta in un percorso molto circoscritto ma nella raccolta l’afflato poetico è sempre ecumenico. La prima sezione – Bagliori – ci dà i lampi iniziali del cammino meditativo di Fabrizio Boscaglia, le prime intuizioni che inducono alla costruzione del verso per frammenti ed epigrammi. Nella seconda, Foglie, entriamo nel vissuto, nel pensiero sul quotidiano (<Attesa>, <Confinamento>, <Heathrow>, <Colpa>). Ritorni, la terza sezione, ci dimostra che È il ritorno, a volte,/ la vera partenza (versi di chiusura di <Attesa>, una delle quattro poesie che citavo prima). Incontriamo qui il tema del ricordo, del suo misterioso ritorno e della sua riscrittura poetica: C’è una pagina bianca/ vicino al mio letto,/ per poter aprire gli occhi/ ancora; Attraverso la/ penna/ tornano a farsi/ vedere i ricordi,/ per salutarmi,/ prima di andare/ via. Il poeta prosegue nella forma del versicolo, sempre sullo sfondo di una meditazione fortemente spirituale.
In Gocce, la quinta sezione, gli oggetti d’attenzione si alternano: la notte e gli angoli delle strade, i container distesi nel porto,/ addormentati, la luce liquida delle belle gocce di pioggia, il mare sornione. La raccolta prosegue con Partenze, dove c’è <Valentina che dorme>, <Amore in esilio> e un <Addio>: Ti perdo, infine,/ per giungere alla/ mia assenza./ Aspettami lì. La sezione che segue – Occaso – è un omaggio al Portogallo, terra di residenza del poeta, mentre l’ultima sezione – Abbandono – ripropone la poesia spirituale, questa volta dichiaratamente religiosa (bastino i titoli dei testi: <Ramadan>, <Fine del Ramadan>, <Al Maestro>…Maestro/ dai tuoi occhi/ un invito/ cresce). Un libro che a fine lettura si rivela denso nel pensiero, variegato nei temi, epigrammatico e spesso versicolare nello stile. Certamente un libro che colpisce anche per l’approdo religioso al Sufismo (la mistica islamica), così esplicito, affascinante ed inatteso.
Antonio Fiori
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Ricordo
Una traccia di
spirito
che la carne
non può
cancellare.
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Il ritorno dell’anima
Vapore tra due vetri,
fragore
da assolvere
in un respiro.
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Coprirsi di parole,
ma nudi di Verità,
poveri di altrove.
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Amore in esilio
Lontano da te,
quest’autunno
è l’unica Torino
possibile.
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Fabrizio Boscaglia è nato a Torino nel 1981 e vive a Lisbona, in Portogallo. Ricercatore e docente al dipartimento di Studi Religiosi dell’Università Lusofona, studia i dialoghi tra la cultura portoghese e quella islamica. Sulle rive del fiume Tago, ha curato l’edizione di manoscritti e poesie di Fernando Pessoa. Ha all’attivo numerosi saggi, conferenze ed eventi culturali. Ha curato mostre alla Biblioteca Nazionale del Portogallo e ha collaborato col Museo Calouste Gulbenkian. È marito e padre, figlio e fratello. Il ritorno dell’anima, sua prima raccolta poetica, riunisce versi scritti nel transito tra gioventù e adultità, in un percorso intimo, non privo di apparenti deviazioni, che col tempo lo ha portato a incontrare la via spirituale del Sufismo. Scrive per ricordarsi di vedere e per riconciliarsi col Reale.