Giuseppe Todisco è nato a Foggia nel 1980. Suoi testi sono apparsi su diverse antologie, tra le quali Enciclopedia di Poesia Italiana, a cura della Fondazione Mario Luzi. È presente all’interno della collana «Poeti e Poesia», a cura di Elio Pecora. Collabora con alcuni lit-blog ed è co-fondatore e co-direttore di «Avamposto». Si prega girati di schiena (Marco Saya, 2020) è la sua raccolta d’esordio.
* * *
Dalla raccolta inedita “Cafarnao”
Come se dal granturco cavassi
solo il fiore, preso un poco del mio
sangue l’ho posto sullo stipite.
Mezzaluna fertile che punta semi
sui tuoi fianchi – poco resterà del figlio
se in cielo azzima la notte.
*
Vieni – tra l’occipite e il sonno –
come il dispetto di una sedia
che cade. Toccasse a me
la stella, la prima luce del selciato.
Ma tu vieni
come quel lampo
che pure lo scisto ha sognato.
*
Sento la caduta, la porta
rovesciata sopra il lume –
chi di notte grida al lupo
dovendo fare carne dei suoi occhi?
Oh Luna, scegli di badare al fiume,
che non beva dal mio stesso
sangue nell’inchiostro. E non
c’è scampo, non c’è fortuna
poiché lì, da quella limatura,
l’ombra stretta di un pinastro
cuce lembo a lembo
la memoria.
*
Senza che me ne accorgessi
hai stretto un filo intorno al collo,
ma non c’è vivere che io non senta
già compiuto – guarda come si agita
la teppa di formiche al primo tuono.
Devo mostrarti la linea che si curva,
spingerti di spalle al tuo futuro:
non ferma mai le stelle
dove dormi, la notte
accorcia attorno all’aspo e tira
finché non ti sei avvolta.